Bergamo, 27 giugno 2014 - Lontano dai riflettori e dal carcere di Bergamo, dove Massimo Bossetti ieri ha incontrato la moglie per la prima volta dopo l’arresto, la famiglia Guerinoni cerca di superare lo choc provocato da questa inchiesta. Come noto, secondo la scienza Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno morto nel 1999, è il padre naturale di Ignoto 1, l’assassino di Yara Gambirasio. E sempre secondo la scienza la madre di quell’assassino sarebbe Ester Arzuffi, moglie di Giovanni Bossetti, che avrebbe dunque avuto una relazione extraconiugale con Guerinoni.
La sorella dell’autista di Gorno, Vittoria, non vuole parlare con i giornalisti, ma mercoledì sera ha accettato di parlare al telefono durante la trasmissione televisiva “Chi l’ha visto”: «Non me lo aspettavo — racconta — Se non era per questo caso nessuno avrebbe saputo niente». Anche lei, come Ester, quando gli inquirenti cominciarono a battere la pista del fratello, aveva preso le distanze: «Lo escludo — erano state le sue parole — Mio fratello non è mai andato con un’altra donna».
Ma davanti alla scienza, a differenza di Ester, si è convinta: «Se c’è il dna — dice al telefono — la signora Ester non può negare. Non può dire che è figlio di suo marito e non di mio fratello». Parla di Massimo Bossetti, in carcere con l’accusa di essere l’assassino di Yara. «Per mesi giornali e tv hano parlato di mio fratello: possibile che non le sia venuto nemmeno un dubbio? Io non ci dormirei la notte».
Ma Ester Arzuffi in Bossetti, 67 anni, per i genetisti la mamma della persona accusata di aver ucciso la 13enne di Brembate Sopra, continua a sostenere con decisione che la scienza questa volta si sbaglia. Che Massimo e la gemella Laura Letizia sono figli suoi e del marito Giovanni.
Intanto il caso Yara è diventato motivo di scontro politico. A Roma, infatti, il Movimento Cinque Stelle ha presentato una mozione di sfiducia contro il ministro dell’Interno Angelino Alfano. I grillini gli contestano una «clamorosa svista istituzionale», perchè «pur di millantare meriti non ha esitato a rivelare notizie riservate» sulla «svolta investigativa nel drammatico omicidio della povera ragazza, mettendo a rischio il lavoro svolto dai magistrati e dalle forze dell’ ordine in anni di indagini».
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