
Scuola, un'immagine di repertorio
Bergamo, 28 agosto 2016 - Torna ad alzarsi la tensione fra il Comune di Calvenzano - poco più di 4mila abitanti nella Bassa Bergamasca - e l’amministrazione provinciale di via Tasso, alle prese con le note difficoltà di bilancio. Il nodo del contendere, ancora una volta (il problema mise ai ferri corti i due enti già nel 2013), riguarda la questione del supporto organizzativo all’integrazione degli alunni disabili nelle scuole secondarie superiori dopo che la giunta del sindaco Fabio Ferla ha deciso, con delibera del 3 agosto scorso, di «non intervenire più, per l’anno 2016-2017, in sostituzione» dell’ente di via Tasso così da sgravarsi, inevitabilmente, degli oneri finanziari correlati».
Un nodo non trascurabile se si considera che, nell’ultimo triennio, le spese sostenute dal Comune hanno superato i 150mila euro e il tempo è passato nell’attesa vana che la Provincia, alla quale per legge e per i ripetuti pronunciamenti della Corte dei Conti e del Consiglio di Stato spetterebbe l’effettivo predisposizione del servizio, pagasse il debito accumulato. Ma, si sa, le casse di via Tasso sono allo stremo e le residue speranze di poter recuperare i fondi, in questo come in altri capitoli di spesa, sono riposte nella manovra di bilancio annunciata per settembre. Intanto, però, a Calvenzano hanno deciso, come si dice, di «mettere le mani avanti»: stop all’assistenza scolastica agli alunni svantaggiati delle superiori fatta salva, come si legge nero su bianco nella medesima delibera, la possibilità di “nuove indicazioni di legge o di intese fra gli enti preposti”. Ciò, almeno in linea teorica, restando pure ferma la disponibilità dell’amministrazione della Bassa «per ogni collaborazione e accordo considerati utili al fine di evitare ricadute negative sull’utenza». La porta, insomma, rimane socchiusa in attesa che, da via Tasso, qualcuno batta un colpo anche se il sindaco Ferla rimane ben fermo sulle sue posizioni.
«Non possiamo continuarea sostenere dei costi che spettano alla Provincia per legge – dice il sindaco – in questi ultimi anni ci siamo fatti noi carico della cosa ma ora questo non è più sostenibile». Lo stessa Ferla poi lancia un ulteriore provocazione. «E’ chiaro che la nostra delibera vuole essere anche un tentativo di smuovere le acque – spiega il primo cittadino – ma se la situazione non si sblocca il 1 ottobre potrei anche decidere di non andare a votare per le elezioni provinciali». E le famiglie? La data di pubblicazione della delibera - 8 agosto - fa temere che le vacanze abbiano finora tenuto l’amara sorpresa lontana dall’attenzione degli interessati. Ma il tempo stringe: dal 12 settembre, in Lombardia, si torna a scuola.