Bergamo, 27 marzo 2017 - Un problema che dal primo aprile 2016, quindi ormai da quasi un anno, si presenta quasi ogni giorno in tribunale, durante i processi per direttissima per spaccio di droga. Il copione è sempre lo stesso: il giudice rinvia il dibattimento per la sentenza, ma quando deve decidere la data il poliziotto o il carabiniere di turno lo avvisa: «Per l’esito delle analisi serve un po’ di tempo». Tradotto: anche due mesi. Due mesi durante i quali la comunità aspetta giustizia e gli indagati restano in carcere. Il motivo? Bergamo è costretta a mettersi in coda ai laboratori di Brescia o di Milano, dopo che l’Ats (ex Asl) cittadina ha smesso di analizzare gli stupefacenti per conto della Procura, a causa della rottura di uno dei macchinari. Quello rimasto, invece viene utilizzato per i test sugli alimenti. Per prenderne un altro si deve pagare. L’emergenza, però, potrebbe essere vicino alla fine. Il procuratore Walter Mapelli e il direttore generale di Ats, Mara Azzi, a novembre avevano stipulato la convenzione e ora l’ex Asl ha aggiudicato la gara per il noleggio dei macchinari e del materiale da laboratorio. All’Ats costa 205.545 euro, ma ci guadagnerà con gli introiti delle cosiddette «spese di giustizia»: 75 euro per campione di sostanza stupefacente analizzato, per un migliaio preventivato all’anno, per cinque anni, come minimo di accordo, fanno 375mila euro.
Se tutto va bene si dovrebbe partire il prossimo mese di maggio. «Siamo stati costretti a indire una gara europea - spiega Mara Azzi -, ma almeno saremo in grado di tornare a fornire un servizio importantissimo per la città, interrotto in quanto il macchinario non funzionava più e quello utilizzabile deve servire per analizzare i generi alimentari, che rappresentano la nostra mission. Il servizio sulla droga sarà pagato, come pure accade ai laboratori a cui le forze dell’ordine si stanno rivolgendo». Gli esiti saranno disponibili entro sette giorni, con consegna della droga e ritiro delle analisi tre mattine alla settimana, il lunedì, il mercoledì e il giovedì, dalle 9 alle 12,30. Perchè l’esame sulla droga sequestrata si possa effettuare, ne servirà almeno 0,1 grammo. «La speranza - sottolinea il procuratore Walter Mapelli - è quella di partire il prima possibile, soprattutto per ridurre i costi per la comunità e i disagi per le forze dell’ordine». Il macchinario ora c’è, affittato perché, come si legge nella delibera firmata da Mara Azzi, «le attività analitiche richieste non rientrano nel novero dell’attività istituzionalmente assegnate alle Ats».