REDAZIONE BERGAMO

L’ospedale degli animali è al verde: il Wwf si mobilita per salvare l’oasi

Scomparse le Province, l’area di Valpredina è a caccia di fondi di ALESSANDRO BORELLI

Tre giovani civette nutrite e riabilitate nel centro di recupero

Cenate Sopra, 29 marzo 2016 - O la va o la spacca. Sono giorni decisivi per il futuro del Centro recupero animali selvatici del Wwf di Valpredina, nel territorio comunale di Cenate Sopra, da 16 anni in prima linea per salvaguardare la fauna del territorio con interventi qualificati - di volontari e personale specializzato - finalizzati alla cura e al recupero di esemplari feriti o, comunque, trovati in condizioni di grave difficoltà. A incombere sull’oasi, gestita dall’organizzazione ambientalista, è infatti il nodo, tutt’altro che facile da sciogliere, del rinnovo delle convenzioni con le istituzioni pubbliche le quali dovrebbero assicurare le risorse per la prosecuzione delle attività di quello orobico come degli altri dieci Cras operativi in Lombardia.

Finora è toccato alle Province ma, adesso, con il riordino delle competenze seguito alla riforma degli enti, tocca alla Regione Lombardia, a cui sono tornate a fare capo le competenze in materia di gestione della fauna con riferimento al Piano faunistico venatorio. I fondi però, come è noto, scarseggiano e dal Pirellone è arrivato, in queste settimane, più di un “avviso” rispetto alla difficoltà di reperirne di freschi. Finché, appunto, proprio il Centro di Valpredina ha deciso di uscire allo scoperto, richiamando l’attenzione dei media sul problema. Del resto, se lo può permettere visto che, nel contesto territoriale, costituisce un’eccellenza assoluta: è infatti l’unico dotato di specifiche strutture medico-veterinarie interne per il pronto soccorso, degenze e cure riabilitative al punto da potersi permettere, finora, di prestare cure ad animali feriti provenienti dai territori delle province di Bergamo, Brescia, Lecco e Sondio.

«Una risposta da Milano dovrebbe arrivare a giorni, e comunque non oltre l’inizio del mese di aprile», dicono i responsabili della struttura. I quali, prima di Pasqua, hanno incontrato, proprio in Regione, i vertici istituzionali sottoponendo loro, secondo indiscrezioni da ambienti vicini al Pirellone, persino uno studio per una razionale “spending review” che, tuttavia, non comprometta l’esistenza e la piena funzionalità del Centro. «Siamo fiduciosi ma preoccupati - dicono i volontari -. Qui non ci sono in ballo questioni di lucro o di guadagno, ma l’avvenire di una realtà nella quale ciascuno dà sempre il massimo: se mancano gli antibiotici, siamo abituati a mettere mano al nostro portafogli. Più di così, crediamo non si possa fare». Mentre gli occhi di tutti, dalle parti di Cenate, sono puntati sul Palazzo della Regione, dall’assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca della giunta Maroni sono arrivate dichiarazioni piuttosto rassicuranti: «Stiamo ragionando - ha dichiarato recentemente - ma l’obiettivo è quello di garantire, nell’ambito della legge sul passaggio di competenze dalle Province, la continuità dei servizi di assistenza alla fauna in difficoltà su tutto il territorio lombardo con dei provvedimenti amministrativi».