Brescia, 7 aprile 2016 - I critici d’arte, ma, vista la ricca sfaccettatura di possibili interpretazioni, anche i “tuttologi” gli hanno dedicato, e gli dedicano, articoli, saggi, libri. Ma ormai Christo l’Impacchettatore è oggetto di studio anche nelle più affilate “business school”, vedi Harvard: «Eh sì – si è divertito a sottolineare ieri l’artista bulgaro di fama mondiale -, agli studenti vengono sottoposte le ‘case history’ di un certo Steve Jobs, di tale Bill Gates, di altri personaggi celebri, ma anche la mia e di mia moglie Jeanne-Claude».
E’ a Brescia l’infaticabile ottantenne Christo, a mettere a punto la sua “passeggiata sulle acque”, quel “Floating Piers” che vedrà decine di migliaia di persone – la previsione è di una facilità estrema – percorrere sul lago d’Iseo, per sedici giorni, a partire dal 18 giugno, un corridoio lungo cinque chilometri, di cui tre stesi sulle onde. Emerso nella fantasia di Christo due anni fa, il più immaginifico dei sette “Water Projects” sarà accompagnato sino al 18 settembre dall’omonima mostra ospitata al Museo di Santa Giulia, per le cure di Germano Celant, che di Christo sa (quasi) tutto. Oltre centocinquanta fra studi, disegni e collage originali, cui si aggiungono modelli in scala, fotografie di progetti realizzati, video e film raccontano un’avventura artistica iniziata negli anni Sessanta.
Disegni milionari. «Cresciuto in Bulgaria, ho scelto di fuggire in Occidente per essere un uomo libero – si racconta Christo -. Volevo, e voglio, fare ciò che desidero. Così ho studiato bene il marxismo, ma per i miei progetti sfrutto al meglio il capitalismo». Arte e business, creatività e dollari & euro. La chiave economica per la libertà si chiama autofinanziamento: «Di solito – spiega Christo – la mia produzione per evento è molto ampia: per il Reichstag di Berlino ho realizzato 650 lavori». Tutti venduti. «Per Iseo solo una sessantina. Per questo saranno tutti molto costosi…». A Milano, in febbraio, in un’affollatissima conferenza-show in Triennale – ma è così sempre, Brescia non ha fatto eccezione – il maestro bulgaro aveva accennato al prezzo di un milione di euro per una singola opera. Di certo si sa che due suoi bozzetti esposti l’anno scorso ad Art Basel sono stati venduti a 800 mila e 220 mila euro: ma il secondo è piccino, appena 43 per 56 centimetri… Attenti, però: «I prezzi sono già raddoppiati», ride Christo. Che oltretutto lavora in economia, in solitudine creativa nel suo studio di New York. Dove attende i committenti: le banche. Per Iseo il «Credit Suisse». Il resto lo esegue una struttura internazionale più che collaudata: «Ho creato una corporation che agisce su tre livelli: piazza il progetto, paga le fatture e riacquista le opere per poi rivenderle creando così profitto». Per “The Floating Piers” la fattura prevede un assegno di dieci milioni di euro: «Ma l’indotto da creare dev’essere sei volte tanto». Da agguerrito businessman, non per nulla Christo ha chiesto già da mesi che nei giorni più caldi il sorvolo della sua installazione sia vietato. Per motivi di sicurezza. E per la protezione del copyright. Un bel cammino da quel 27 giugno 1972 quando Christo sbarrò con un muro provvisorio di 89 barili la parigina rue Visconti. Un’invenzione infinitesimale rispetto alla “Mastaba”, il progetto cui l’artista ha iniziato a lavorare nel 1979, insieme alla sua Jeanne-Claude, scomparsa nel 2009: una volta realizzata, se si realizzerà, nel deserto di Abu Dhabi, i barili accatastati raggiungeranno un’altezza di 150 metri, una profondità di 225, una lunghezza di 300. Una “panchina” gigantesca: ottomila anni fa, in Mesopotamia, le “mastabe” erano le panche che si costruivano davanti alle abitazioni, due pareti verticali, due oblique e un tetto.
Geometrica, rigorosamente essenziale la mega-Mastaba di Christo. Lontana da “The Floating Piers”. Quella passeggiata sarà un’esperienza «molto sexy, viscerale: sentirete il movimento delle onde sotto i piedi». E per Christo la realizzazione di un sogno. Suo e di Jeanne-Claude: «Sì, quella passerella è per lei». La mostra si tiene a Brescia, Museo di Santa Giulia, fino al 18 settembre. Info: 030/2977834.