Brescia, 4 ottobre 2010 - La pioggia delle proteste spegnerà i 700 soli della scuola di Adro? Li inceneriranno i fulmini del ministro Gelmini? Oscar Lancini, il sindaco di cui più si parla lungo la penisola, e la giunta leghista che mono-governa Adro, hanno pronto il ricambio: un altro sole, un solone (sia concesso il neologismo orrendo), con un ragguardevole diametro di sette metri. Lo annuncia un volantino della sezione della Lega di Adro-Ader (anche i cartelli stradali sono bilingui): «Pensate che nel 2006 il comune di Adro chiese alla Provincia di Brescia capeggiata del presidente Cavalli Pdl l’autorizzazione all’arredo urbano della rotatoria realizzata sull Sp 11 alla prog.va km7+300 (per capirci la rotonda di via Nespolo). Dopo una trattativa sulle dimensioni di quest’arredo, nel 2007 la Provincia Brescia con lo stesso presidente Cavalli Pdl rilascia il nulla osta per la realizzazione dell’arredo».
Quale arredo? «Un Sole delle Alpi realizzato in cemento del diametro di 7 metri (alto quanto una casa di due piani). L’opera non è stata ancora realizzata per carenza di fondi, ma prima della fine del mandato lo sarà». Chiaro l’assunto: se fosse stato identificato un simbolo di partito il presidente (targato Pdl) della Provincia non avrebbe autorizzato il monumento. Chiarissimo il messaggio: scomparso un sole se ne fa un altro. Si cammina per Adro, 6mila residenti distribuiti in un paese antico e delizioso, e si scopre che la timbratura leghista non è limitata al cubo grigio del plesso scolastico intitolato a Gianfranco Miglio. La sede del Carroccio è incuneata fra quelle del Pdl e della lista di opposizione Linfa, Lista indipendente nuovo futuro Adro, con un ingradimento delle lettera del presidente Napolitano contornata da bandierine. Un poster del giuramento di Pontida. Una sorta di lista di proscrizione intitolata «Dedicato a tutti quelli che ...» parafrasa Eros Ramazzotti e fornisce nomi e altrettanti cognomi di avversari politici e giornalisti “cattivi”. Il forestiero che si deposi su una panchina ignora di essere seduto sopra un istoriato Sole delle Alpi che compare anche in qualche cestino portarifiuti. Davanti alle vecchie scuole ecco aprirsi via Padania. Alla frazione Torbiato il principe Umberto ha dovuto cedere il passo e la targa della strada al dilagante Sole alpino che si direbbe occhieggi anche da uno, l’unico, degli otto capitelli nell’androne del comune.
Da una vetrata della biblioteca civica occhieggia “La Padania”, organo ufficiale e voce cartacea del Carroccio.Lega imperante in un borgo carico di memorie risorgimentali. Nella chiesa di San Giovanni Battista Salomè seduce Erode discinta in veli che l’artista ha voluto tricolori. Gli uffici comunali sono nel Palazzo Dandolo. Enrico ed Emilio Dandolo, coppia di fratelli patrioti famosi quanto i Bandiera. Enrico caduto nella difesa della Repubblica Romana nel 1849. Il governo austriaco impose che i funerali di Emilio, morto di tisi dieci anni dopo, si svolgessero nella quieta Adro anziché nella ribollente Milano. Calcolo sbagliato perché la bara di Emilio fu portata al camposanto avvolta nella bandiera dei tre colori. Che come si insegnava un tempo ai bambini è sempre stata la più bella. Trallallà.
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