Brescia, 20 novembre 2010 - Il Comune chiederà, attraverso una causa civile, il risarcimento dei danni «concreti e di immagine». E si costituirà parte civile se ci sarà un processo penale. Ad annunciarlo è il vicesindaco e assessore alla sicurezza Fabio Rolfi e la questione è quella della protesta degli immigrati, rimasti per 17 giorni a 35 metri di altezza sulla gru del cantiere della metropolitana leggera per chiedere di essere regolarizzati. Il fermo del cantiere, ha ricordato Rolfi, è costato almeno 25 mila euro al giorno e sarà Brescia mobilità a contestare il danno, «ma ci sono altri danni recati alla città, via San Faustino è rimasta bloccata». E il vicesindaco fa anche capire a chi sarà rivolta la richiesta di risarcimento.
«La salita sulla gru è stata l’epilogo di una manifestazione non autorizzata, la firma sulla richiesta di tenere la manifestazione è firmata da Umberto Gobbi dell’Associazione diritti per tutti». Che il gesto degli immigrati non fosse spontaneo «lo confermano le cose trovate sulla gru, ma anche lo striscione subito esposto che evidentemente era già stato preparato». «C’era una regia» ha aggiunto Nicola Gallizioli capogruppo in Comune. Ieri la Lega nord, presenti insieme a Rolfi e Gallizioli, il segretario provinciale Stefano Borghesi e il segretario cittadino Matteo Rinaldi, ha convocato la stampa per esprimere le sue valutazioni politiche sulla vicenda.
Una vicenda «conclusa nel migliore dei modi, senza che fosse compromessa la vita degli immigrati e riaffermando la legalità. La fermezza non intransigente ma intelligente delle istituzioni ha fatto capire subito che non c’era margine per trattive sulla legge, perché la sanatoria era riservata a colf e badanti e queggli immigrati non lo sono». Ha parlato di città «indignata e offesa» la Lega, una città che «ha sempre mostrato capacità di accoglienza e di giusta integrazione e che non può accettare ricatti». Agli immigrati che sono rimasti sulla gru l’invito a «denunciare chi li ha sfruttati». Ma anche, è stato il capogruppo Gallizioli, a dirlo, a «togliere subito il presidio, perché la città è stanca di queste manifestazioni».
Sotto tiro il Pd, che ha fatto «dichiarazioni assurde» le ha definite Rolfi: «Quando ci fu in piazza Loggia la protesta dei pakistani il sindaco Corsini andò a Roma dal governo amico e ottenne una santoria. La Lega non usa il metodo del Pd di calare le braghe, noi non cediamo ai ricatti». E Borghesi: «Corsini ci ha riprovato anche adesso con un’interrogazione parlamentare a riesumare la sanatoria. La nostra linea è un’altra, rispetto della legge e della legalità». Per Einaldi «il Pd è stato alla finestra, ha lisciato il pelo agli estremisti di sinistra. La legge va applicata senza se e senza ma. I diritti calpestati sono stati quelli dei bresciani, il diritto al libero transito, allo studio per gli universitari, il diritto dei commercianti che hanno dovuto chiudere i negozi».
Intanto dall’altro ieri è stato riattivato per qualche ora al giorno un presidio di protesta in via San Faustino. Ieri, dalle 17.30, si sono radunati circa 300 antagonisti e militanti antirazzisti per protestare contro la sanatoria del 2009.
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