Brescia, 8 marzo 2011 - Il greto di un torrente che si getta negli specchi d’acqua più tutelati del Bresciano trasformato in una piccola discarica a cielo aperto dove non mancano quelli che sembrano pezzi di eternit. E poi ci sono i cani e i ciclisti a spasso per la riserva. Quasi nessuno dei tanti turisti paga il biglietto d’ingresso tramite l’apposita gettoniera. Bambini che urlano felici, qualcuno che sgranocchia patatine da un sacchetto.
Questo è il bilancio della prima domenica di bel tempo dall’inizio dell’anno nell’area delle Torbiere del Sebino. La zona umida, tutelata dalla convenzione di Ramsar grazie alla ricchezza dell’avifauna presente, l’altro ieri è stata letteralmente presa d’assalto da tanti visitatori che non sembrano essersi accorti dei tanti divieti in vigore, per primo quello di solcare i sentieri realizzati dal consorzio di tutela in bicicletta, oppure di addentrarsi tra canne e pozze con animali domestici al seguito. A peggiorare la situazione è stata la presenza, al limitare del parco, di un deposito di rifiuti dove non mancano pannelli di copertura di stalle e pollai, scarpe ormai quasi sotterrate, bottiglie di plastica e sacchi dello sporco. Il tutto accompagnato da un odore nauseante che non sembra essere il compagno ideale per pesci e uccelli, che nelle Torbiere vivono e cercano protezione.
Da evitare del tutto, c’è anche la zona dove le coppiette che si appartano lasciano i resti dei loro incontri, tra cui decine e decine di fazzolettini di carta, per non parlare dei profilattici usati. Nessuno, nell’arco del pomeriggio, è parso curarsi della situazione, nemmeno i molti appassionati fotografi dilettanti con i loro pesanti teleobiettivi, che si sono accontentati di appostarsi su questo o quel ponticello per cercare di “catturare” con le loro lenti uno svasso oppure un airone.
«E’ ormai evidente — commenta Dario Balotta di Legambiente — che la riserva non è più tale. Abbiamo ripulito tutto la scorsa primavera. Le foto che ci mostrate sono segno evidente che anche quest’inverno le Torbiere sono state usate male, senza alcun rispetto. Agli amministratori chiediamo tutela, anziché cementificazione nei pressi dell’area compresa tra Iseo, Provaglio d’Iseo e Corte Franca».
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