Brescia, 15 maggio 2011 - “Ulisse” è stata varata alle 10,35, poi in mezz’ora, dal circolo velico di Gargnano, ha raggiunto il porto del comune gardesano della Centomiglia velica.  Un viaggio breve spinto più dal vento che soffia su ogni piccola grande impresa, che da quello vero. Ma l’impresa è stata di fatto compiuta, superando ostacoli come la ricerca di fondi, gli incendi dolosi, il tempo da trovare tra lavoro e scuola. Perché Ulisse è una barca a vela, lunga 7,50 metri e larga 2,50, con un peso massimo di 1.100 chili, progettata e costruita da ragazzi che frequentano o hanno frequentato le serali dell’Itis Castelli di Brescia. Erano in tanti per il varo, molti di loro con la maglietta “Associazione Itis Castelli”.

 

Trapelava la convinzione d’aver fatto un buon lavoro, ma del resto per ogni barca che si rispetti, il varo è sempre il momento della verità. Quindi, la bottiglia di spumante che, come regola vuole, è stata infranta contro la prua della barca, le vele e il tricolore che s’alzano. Ulisse, per evitare imprevisti e sirene di turno, è stato affiancato durante il primo breve tragitto da un gommone della Guardia costiera. Poco dopo l’attracco, nel porticciolo di Gargnano, gli applausi, l’incontro con la stampa e la cittadinanza nel municipio

«E’ questa — ha detto il dirigente scolastico regionale, Giuseppe Colosio — la scuola che vogliamo, che sa spingersi nella ricerca, nell’innovazione. Ho avuto il privilegio di provare Ulisse, di guidare questa barca nel suo primo viaggio, è bellissima. E’ un capolavoro». E ha citato un altro Ulisse, più noto, quello a cui Dante, fa dire “Fatti non foste a vivere come bruti..”.

Poi, gli altri interventi, dei politici, da Provincia e Regione, di chi ha detto: «Ulisse non è solo la stampa, la festa di oggi, è la vita dei ragazzi, che va avanti in questo modo di lavorare a scuola». Ma nella storia di questa barca a vela, che tanti significati assume, oltre a quello di solcare le acque spianate dal vento, c’è anche un buco nero, un momento che si cerca di dimenticare. E’ durante le festività dei morti, nel 2009. Ulisse è quasi terminato, nessuno pensa che possa accadergli qualcosa e viene lasciato nel cortile della scuola. Quando le lezioni ricominciano, è completamente distrutto, incendiato.

 

Il viaggio sembra finito, non come l’Odissea, lunga, interminabile, ma con un epilogo positivo. Spuntano in quei giorni di delusione alcuni amici che si rivelano fondamentali per ripartire.  Uno è Arturo Squassina, consigliere regionale, che riesce a convincere il Pirellone della bontà del progetto e arrivano i fondi per ripartire. Ieri, il varo. E’ una barca a vela con motore elettrico e ci sono già dei nuovi obiettivi.

«Vogliamo fare in modo che il motore — è stato spiegato — funzioni anche da generatore, con le pale orientabili. E’ un percorso lungo anche questo, anche qui... chiederemo aiuti». In tutto ciò quindi è importante sapere che «il fasciame è composto da strisce di compensato». Ma forse, più di ogni cosa, conta l’aver coinvolto studenti che di giorno lavorano e di sera imparano in un progetto inedito che può indicare rotte nuove nel mare dell’istruzione italiana.