Brescia, 6 dicembre 2013 - «A me interessa solo dare una risposta alle famiglie che sono disperate. Non posso aspettare la sentenza a giugno, poi il Consiglio di Stato, perché nel frattempo ci sono persone che purtroppo sono condannate a morte». All’indomani della bocciatura da parte del Tar del Lazio del comitato scientifico che aveva giudicato il metodo Stamina, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin fa sapere che presto si insedierà il nuovo comitato. «Ho già attivato i maggiori istituti internazionali in Europa e negli Stati Uniti per l’invio di curricula di scienziati disponibili». Il ministro, che ha denunciato di avere ricevuto anche minacce di morte, non risparmia una stoccata al fondatore di Stamina, Davide Vannoni. «Questo signore è stato rinviato a giudizio per truffa, quindi ho da una parte la giustizia penale che dice che forse è un truffatore, il Tar che dice che gli scienziati sono in malafede: a questo punto mi appello agli scienziati all’estero».
Ma la strada potrebbe non essere semplice. «E’ difficile trovare nel mondo scientifico uno scienziato autorevole che non abbia espresso un’opinione su una scoperta o presunta tale». Da Civile, intanto, assicurano che la somministrazione delle infusioni proseguirà per i pazienti già in trattamento, 36, e per quelli già in programma, sulla base dei presupposti e delle modalità previsti dagli ordini dei giudici. In particolare, sono 129 quelli che hanno ottenuto l’ok dai giudici, 44 quelli con pronuncia favorevole ma a condizione che la produzione e coltivazione delle cellule avvenga in diversi e autorizzati laboratori diversi da quello di Brescia. 136, invece, i pazienti i cui ricorsi sono stati rigettati. Per Vannoni «la sentenza del Tar apre a una serie di richieste di risarcimento danni da parte dei pazienti che avevano perso i ricorsi proprio perché il comitato aveva definito pericoloso il metodo».
© Riproduzione riservata