Brescia, 7 gennaio 2014 - Qualche docente in pensione ha già chiesto di essere inserito nell’albo degli «ex» che tornano in cattedra. Un progetto, quello del Comune di Brescia, che ha fatto molto discutere. La vicenda, in breve, è questa. La Loggia, su richiesta di alcuni presidi (che hanno sempre meno risorse a disposizione), ha istituito un albo per raccogliere la disponibilità di docenti e professionisti in pensione che vogliano mettersi a disposizione per affiancare gli insegnanti nell’alfabetizzazione dei bambini stranieri (il 25% nell’anno in corso) o per essere inseriti in altri progetti, in base alle loro competenze. Trattandosi di volontariato, nessuno riceverà un compenso. Il progetto ha però suscitato polemiche e perplessità.
La reazione più dura è arrivata dall’Anief, associazione sindacale che raggruppa docenti e ricercatori a livello nazionale. «È solo un modo per evitare di pagare dei professionisti - hanno fatto sapere -. Una deriva che ha origine dai tagli ai finanziamenti per le scuole e dalle inadempienze dei pagamenti da parte del Ministero delle Finanze». «Va bene il volontariato, ma che non diventi la pezza per tappare i buchi lasciati da anni di tagli», è il commento di Laura Treccani, responsabile scuola della Cisl di Brescia. «Sappiamo che il volontariato nella scuola c’è già, sopratutto per l’alfabetizzazione, e va bene regolamentarlo - prosegue -. Il rischio, però, è che dal governo pensino che tanto ci sono i volontari a colmare le carenze e che quindi si possa continuare a tagliare. Noi, invece, vogliamo che si investa nella scuola».
Anche il volontariato dei genitori, sopratutto nel supporto dei lavori di manutenzione, per Treccani merita un ragionamento. «Attenzione alla sicurezza. Stiamo parlando di edifici spesso fatiscenti. È importante che le istituzioni competenti prevedano la presenza di questi volontari nelle scuole, affinché lavorino in totale sicurezza». Cauto nel dare un giudizio, Pierpaolo Begni, Cgil Scuola. «Forse c’è stato un po’ di allarmismo, ma prima di pronunciarmi voglio verificare come funzionerà questo progetto. Se un ex docente in pensione è appassionato di ceramica e vuole tenere un corso del genere, non si può dire che porti via il lavoro ai precari. Sull’alfabetizzazione, bisogna vedere come saranno impiegati. Inconteremo l’assessore per un confronto».
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