Milano, 8 ottobre 2017 - Milano è diventata un modello da seguire in tutt’Italia nel campo delle politiche sociali, dei servizi al cittadino, della vivacità culturale anche perché ha saputo negli anni declinare in modo eccellente il principio di sussidiarietà, che mette insieme solidarietà e responsabilità e porta le istituzioni a convergere in un punto virtuoso: la promozione della persona. Della necessità di un nuovo welfare per combattere la crisi demografica, rilanciare la famiglia, dare speranza ai giovani e riequilibrare la società si parlerà domani al Circolo Filologico, in via Clerici, 10, a Milano, in “Mi’mpegno” e dalla Fondazione per la sussidiarietà, in collaborazione con il Centro culturale di Milano e con il patrocinio del Comune di Milano. Tra i relatori anche il sindaco Giuseppe Sala. «Nel convegno di domani - auspica Carmelo Ferraro, del Comitato “Mi’mpegno”, che coordinerà i lavori - vorremmo siglare un nuovo patto con la società, un’intesa solida e stabile tra diverse istituzioni, parti politiche e società civile per promuovere un vero welfare sussidiario, con interventi diretti a perseguire il bene comune partecipato».
È il “metodo Milano”, che ha funzionato con Expo 2015 e in queste ore si sta riproponendo anche nella battaglia per portare a Milano l’Agenzia del farmaco (Ema): fare fronte comune, pubblico e privato, per valorizzare quanto di buono la città è in grado di offrire, in un’ottica collaborativa, costruttiva e inclusiva. La crisi demografica indurrebbe al pessimismo e alla rassegnazione. La sussidiarietà solidale, basata su un impegno condiviso e responsabile di tutte le istituzioni e della società civile, può produrre soluzioni concrete in molti ambiti, a partire da quello della famiglia, con nuove politiche in grado di valorizzare la genitorialità e di aiutare le donne a conciliare lavoro e responsabilità famigliari. Nel convegno di domani saranno protagonisti anche i giovani. «Per loro - anticipa Ferraro - proporremo politiche per l’occupazione, housing sociale, alloggi convenzionati, reddito di inclusione per i più in difficoltà, anche per fermare la fuga dei cervelli». Ma la vera emergenza rimane quella dell’immigrazione. Anche i migranti vanno coinvolti nella costruzione del bene comune della società che li accoglie, sempre in un quadro di sicurezza e legalità.