2009-07-02
di PAOLA PIOPPI
— COMO —
LA PERIZIA affidata ai servizi segreti, i due indagati giapponesi spariti prima dell’interrogatorio che si sarebbe dovuto tenere ieri mattina e tornati nel loro Paese, ma anche un indagato italiano, Alessandro Santi, 72 anni di Carimate, iscritto con le stesse ipotesi: falsificazione di monete e introduzione nello Stato di monete falsificate, e parificazione delle carte di pubblico credito alle monete. Santi si sarebbe incontrato con i due giapponesi - Akihiko Yamaguchi, 54 anni e Mitsuyoshi Watanabe, 61 anni - prima che andassero in dogana a inizio giugno e venissero fermati con 259 titoli obbligazionari, vale a dire bond, per un valore di 134 miliardi di dollari americani. Il più grosso sequestro mai effettuato a Como, con un controvalore di 96 miliardi di euro, rispetto al quale si sa pochissimo.

I BOND erano nascosti sul fondo di una valigia, in uno scomparto chiuso e separato da quello contenente gli indumenti personali. In tutto 249 bond della Federal Reserve americana, emessi nel 1934, del valore nominale di 500 milioni ciascuno, che secondo i primi accertamenti dovrebbero essere falsi, e 10 Bond Kennedy del valore nominale di un miliardo di dollari ciascuno, emessi nel 1998 e probabilmente autentici. Assieme ai titoli, i due avevano cospicua documentazione bancaria in originale. Tra giovedì e sabato scorsi la Guardia di finanza e i servizi segreti degli Stati Uniti hanno fatto perquisizioni in diversi luoghi della Lombardia, acquisendo telefonini, pc e documentazione varia, non si sa a carico di chi sono state fatte queste perquisizioni, ma è certo che si tratta di società o persone in qualche modo collegate ai tre indagati o ai bond. Resta comunque il fatto che questa vicenda, di cui nessuno vuole parlare, sembra nascondere un giro internazionale di alto livello, legato indiscutibilmente alla finanza: ne sono dimostrazione da un lato la presenza dei servizi segreti statunitensi dall’altro un episodio singolare. Ancora prima che i nomi dei due giapponesi comparissero sui giornali, un sito internet finanziario aveva pubblicato la fotocopia dei loro passaporti, indicando a quali precedenti affari i due si legavano.

SEMPRE IN MATERIA di bond falsi, ieri il Tribunale collegiale di Como ha assolto Giuseppe Maffei, ingegnere romano di 68 anni, che a gennaio era stato trovato in possesso di 120 milioni di dollari in titoli di stato americani mentre viaggiava in treno da Lugano a Milano. Si trattava di quattro titoli, due da dieci milioni e due da cinquanta, che i militari della Guardia di finanza avevano trovato in un cestino dell’immondizia di un vagone. L’accusa di introduzione in Italia di titoli falsi è decaduta in quanto emessi da una società privata fallita, e inoltre scaduti da sette anni.