
Il momento dell'arresto da parte dei carabinieri
Bellagio (Como), 16 aprile 2016 - Prima hanno litigato tra di loro, in totale contrasto per come uno dei due aveva parcheggiato l’auto. Poi hanno minacciato i carabinieri, con un machete e un bastone di legno. Un episodio animato, dove i carabinieri erano intervenuti per sedare la lite tra un rumeno, Stanislav Ciobanu, e un moldavo, Serghei Tropotel, entrambi ventiduenni operai, che dividono un appartamento a Bellagio, in frazione Civenna. Giovedì notte tra le 2 e le 2.30, i due sono tornati verso casa dopo una serata passata insieme, e con un tasso alcolico evidentemente elevato. Dopo aver parcheggiato, a qualche metro di distanza da casa, i due hanno iniziato una discussione animata perché in disaccordo sul punto in cui stavano lasciando l’auto. Le loro voci hanno svegliato alcuni residenti, che, allarmati per gli schiamazzi, hanno chiamati i carabinieri di Bellagio.
La pattuglia si è avvicinata e li ha trovati ancora in mezzo alla strada, facendoli avviare verso la loro abitazione cercando di calmarli. La situazione sembra essere tornata alla normalità, ma, una volta varcata la soglia, i due si sono improvvisamente coalizzati contro i militari, decidendo di minacciarli e aggredirli.
Uno di loro ha così impugnato un machete che aveva in casa, l’altro un pezzo di legno. Con queste due armi, hanno tentato di colpire i militari, al punto che la pattuglia ha dovuto chiamarne un’altra in supporto: infatti, disarmare una persona che impugna un machete, si è rivelata un’operazione pericolosa e tutt’altro che semplice. Dopo alcuni minuti di tensione, durante i quali è arrivata a Civenna anche la seconda pattuglia dei carabinieri, i due hanno desistito dai loro intenti. Le armi sono state abbandonate, e i carabinieri a quel punto hanno proceduto al loro arresto.
Ciobanu e Tropotel hanno così passato il resto della notte in camera di sicurezza, all’interno della stazione dei carabinieri. Arrestati su disposizione del magistrato di turno della Procura di Como, Giuseppe Rose, ieri mattina sono finiti davanti al giudice monocratico di Como, con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Sono stati condannati entrambi a un anno di reclusione, con pena sospesa, e rimessi in libertà. Le due armi, con cui hanno animato la serata, nel frattempo, sono state sequestrate e saranno distrutte al più presto. La provenienza di quel machete, e i motivi per cui i due lo tenevano in casa, rimane tutta da capire.