Como, 13 ottobre 2010 - Ha chiesto e ottenuto il rinvio processuale per fare dichiarazioni in merito alle accuse di introduzione e spendita nello Stato di moneta falsa, ma alla fine ieri ha patteggiato senza aggiungere nulla di più di quanto si è saputo. Alessandro Santi, 72 anni di Carimate, ha deciso di definire un anno e quattro mesi di condanna davanti al gup di Como Nicoletta Cremona. I suoi due coimputati, i giapponesi Akihiko Jamaguci, 51 anni e Mitshuyoshi Watanade, 61 anni, sono invece stati rinviati a giudizio per il prossimo 25 maggio. I due orientali erano spariti dall’Italia pochi giorni dopo il sequestro della valuta, trovata a giugno dello scorso anno in dogana a Chiasso.
Si trattava di 134 miliardi di dollari americani, corrispettivo dei 259 titoli obbligazionari, scovati dai militari della Guardia di finanza di Ponte Chiasso a giugno 2009. Valuta che nel frattempo è stati dichiarata carta straccia dai periti italiani e internazionali chiamati ad esprimersi sul caso, e da qui dunque le accuse ai tre imputati. Quel giorno i due giapponesi erano scesi alla stazione ferroviaria di Chiasso, da un treno proveniente dall’Italia. Al momento del controllo doganale, dai bagagli erano affiorati i titoli di credito, nascosti sul fondo di una valigia. Le indagini avevano portato anche al coinvolgimento dell’Fbi americana, arrivata in Italia per prendere visione di quei documenti. Agli inquirenti italiani interessava invece capire il ruolo di Santi, che si era incontrato con i due giapponesi poco prima della scoperta dei bond.
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