ROBERTO CANALI
Cronaca

Campione d'Italia, l’ultima beffa per il casinò: rubato il nome

Chiuso da due anni ma online c’è chi è convinto di scommettere con la tutela di Campione

Una delle proteste organizzate dai dipendenti del casinò di Campione

Una delle proteste organizzate dai dipendenti del casinò di Campione

Campione d'Italia (Como) - Anche se il Casinò di Campione d’Italia è chiuso da oltre due anni e mezzo c’è chi, online, è convinto di scommettere con la tutela offerta dalla casa da gioco. Una truffa bella e buona quella che è stata denunciata dall’amministratore unico della casa da gioco, Marco Ambrosini, che ha dato mandato ai legali di agire contro due App russe che senza chiedere il permesso a nessuno si sono appropriate del nome del casinò.Utilizzando i social e in un italiano piuttosto stentato gli operatori hanno lanciato una campagna pubblicitaria chiedendo di iscriversi al "casinò online Campione d’Italia" con la promessa di riconoscere fino a 120 euro di credito gratuito per poter iniziare a giocare, anzi "tentare la fortuna". Inutile dire che nell’ex clave nessuno sapeva nulla, anche perché in queste settimane l’attenzione di tutti è spostata sull’attesa della decisione del Tribunale di Como che dovrà decidere sul fallimento e sulla possibilità di raggiungere un accordo con i dipendenti. Entro il prossimo 19 aprile infatti la società dovrà presentare al Tribunale di Como un’integrazione al piano per il concordato in cui si definisce il trattamento economico dei lavoratori.

A luglio del 2018 quando il casinò è stato dichiarato fallito c’erano 494 dipendenti, oggi diversi di loro sono andati in pensione o hanno cambiato lavoro, ma ci sono anche 270 che si sono opposti al licenziamento promuovendo una causa collettiva e chi pur non avendo fatto causa è ancora disoccupato e spera di poter essere riassunto. Nella migliore delle ipotesi, ovvero se il Tribunale di Como non dovesse dichiarare nuovamente il fallimento, a Campione contano di ripartire con 170 dipendenti ai quali aggiungere altre 100 persone, da impiegare però in servizi che verranno esternalizzati come la ristorazione. I legali della casa da gioco hanno proposto ai sindacati una bozza di accordo per offrire a chi non sarà riassunto 36 mesi di stipendio, il Tfr, i crediti privilegiati e un risarcimento danni pari a due mensilità lorde. Per chi sarà riassunto il pagamento dei crediti privilegiati diversi dal Tfr avverrà in maniera dilazionata dal trentesimo a sessantesimo mese successivo al riavvio dell’attività. Se ne parlerà giovedì sera nel corso del consiglio comunale che vedrà la partecipazione dell’amministratore unico della casa da gioco, Marco Ambrosini.