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Moltrasio, 45 anni fa il primo volo in deltaplano: l'impresa di Alfio Caronti/ FOTO

Fu il primo a decollare sorretto solo da una vela che assomigliava più a un aquilone che a un deltaplano. Lo fece dai pendii del Monte Murelli ed entrò nella storia

Il 4 novembre del 1971

Il 4 novembre del 1971

Moltrasio (Como), 6 novembre 2016 - Se oggi i cieli sono così affolati di vele colorate lo si deve anche a lui. Sono passati 45 anni dal primo volo del comasco Alfio Caronti che si lanciò nel cielo del Lario, primo in Europa, sorretto solo da quello che assomigliava più a un aquilone che a un deltaplano. Un’eternità se si pensa oggi al volo libero, ai nuovi materiali e alle possibilità infinite per gli appassionati. Eppure ci volle quel colpo di “follia” per dare il via al successo del deltaplano prima e del parapendio poi. Era il 4 novembre del 1971 quando quella vela triangolare si librò nel cielo del Lario. «Scivolai a una velocità folle con gli sci ai piedi sull’erba secca. C’era una grande pendenza. Ci voleva una gran velocità. Avevo sognato mille volte quel momento nelle notti che precedettero il lancio. Ma in quell’istante era finalmente tutto vero. I piedi si staccarono da terra. Finalmente ero in volo. Poi planai velocemente nel lago dove ad attendermi c’era il campione di sci nautico Bruno Cassa», racconta Caronti, sempre emozionato ricordando quei momenti.

Nato a Blevio nel 1944 Caronti ha dedicato buona parte della sua vita al volo prima di diventare chiropratico di successo. Ma fu quello il momento in cui divenne il padre del volo libero, riconosciuto anche dalla Federazione aeronautica internazionale che l’ha premiato per il suo contributo immenso allo sviluppo dello sport del deltaplano.  Sembra strano ma tutto partì dall’acqua del lago di Como. Alfio Caronti era un campione di scinautico a livello internazionale. Durante le tante tappe in giro per il mondo divenne amico dell’australiano Bill Moyes, pioniere mondiale del volo libero, il vero inventore del deltaplano. A fine anni sessanta, primi Settanta Moyes si esibiva durante le gare di sci nautico. 

Con una fune lunga 400 metri veniva agganciato a un motoscafo e trainatato ad alta velocità. Si librava in volo sorretto dalla sua vela triangolare. Una rivoluzione. La gente rimaneva sbalordita. Non si era mai visto nulal del genere prima. Durante una di queste esibizioni si ruppe un braccio. Fu allora che Caronti gli chiese in prestito la vela, complice la grande amicizia fra i due. Caronti aveva in mente di decollare da un pendio scosceso, che fu poi individuato sul Monte Murelli, nei pressi del Bisbino. L’incoscienza giovanile ha fatto il resto e fortunatamente Caronti riuscì ad atterrare nel lago tutto intero dando il via a una vera e propria rivoluzione nei cieli.