
Il caso dei valichi chiusi
Como, 5 aprile 2017 - Cancelli abbassati per non superare il confine. Dal 1° aprile, dalle 23 alle 5 del mattino, le autorità svizzere hanno chiuso i valichi di Pedrinate, Novazzano-Marcetto e Ponte Cremenaga, nelle province di Como e Varese. Il provvedimento verrà mantenuto per sei mesi. L’obiettivo è raccogliere informazioni sulle ricadute della misura in termini di flussi di traffico e lotta alla criminalità transfrontaliera. Scaduta la sperimentazione da Berna, decideranno se rendere strutturale la chiusura. Il provvedimento ha però mandato su tutte le furie tanti frontalieri, costretti a percorrere strade molto più lunghe, e diverse amministrazioni locali di confine. L’unico partito che non ha attaccato l’iniziativa è stata la Lega Nord, mentre per tutti gli altri, da destra a sinistra, si tratta di un’azione «inutile» e dettata solo da «ragioni politiche».
Ieri 5mila lavoratori si sono rivolti al ministro degli Esteri, Angelino Alfano, e ad altre istituzioni dicendosi «seriamente preoccupati per le chiusure già avvenute dei valichi di confine con la Svizzera e per quelle che probabilmente proseguiranno». La Farnesina ha convocato l’ambasciatore della Confederazione Svizzera Giancarlo Kessler, che ha ribadito il carattere transitorio della misura. Antonio Locatelli, coordinatore dei frontalieri, ha sottolineato che «la prima preoccupazione riguarda la mano d’opera frontaliera che lavora in orari non tradizionali e quindi di notte o che deve raggiungere i posti di lavoro molto presto al mattino». La richiesta è di intervenire «su Berna per scongiurare altre chiusure perché non è sicuramente chiudendo i valichi che viene risolto il problema delle rapine in Ticino, che guarda caso avvengono di giorno e non di notte».
L'incontro della Regio Insubrica, intanto, ha portato a un sostanziale nulla di fatto. Al vertice, dove erano presenti sia autorità elvetiche che della Provincia di Varese e della Regione Lombardia, si è preso atto dell’inizio della sperimentazione e si è deciso di condividere i futuri dati, quando arriveranno. Il presidente della Provincia di Varese, Gunnar Vincenzi, si è mostrato un po’ deluso: «Speravo in qualcosa di più. Ho fatto presente che c’è bisogno di partecipazione e condivisione, queste iniziative di chiusura non sono mai state concordate con enti italiani e questo non è un bel segnale». Per il presidente, inoltre, si tratta di un intervento «inutile e populista». La chiusura è approdata anche in Consiglio regionale, dove è stata approvata una mozione bipartisan dei consiglieri Luca Marsico (FI), Alessandro Alfieri (Pd) e Raffaele Cattaneo (LP). La Lega ha votato contro. «Non riteniamo che i tempi siano corretti - ha detto il consigliere Emanuele Monti - questa mozione andrebbe presentata fra sei mesi, terminato il test». In secondo luogo «non pensiamo che la Regione debba attivarsi perché la Farnesina si occupi della questione, cosa che se capitasse creerebbe malumori e problemi diplomatici».