PAOLA PIOPPI
Cronaca

I migranti respinti dalla Svizzera: scatta l’emergenza bivacchi in città

I treni sono controllati al millimetro, tutti vengono rimandati indietro

Controlli in stazione (Cusa)

Controlli in stazione (Cusa)

Da un paio giorni, bivaccano nella zona della stazione di San Giovanni. Si sono spostati qui in gruppo, sfiorano il centinaio, e non si capisce quali siano le loro intenzioni. Sono migranti provenienti dalle zone del Centro Africa, soprattutto da Eritrea, Somalia, Corno d’Africa, Sudan. Quasi tutti uomini, alcune donne, spesso giovanissimi, con il sospetto che molti siano minorenni. Hanno soldi in tasca, vogliono andare verso nord, ma quando arrivano a Como, ormai da due o tre settimane trovano un blocco totale. Fino a poco tempo fa qualcuno proseguiva il viaggio, magari al secondo o terzo tentativo, ma ora le Guardie di Confine del Canton Ticino presidiano la frontiera giorno e notte. Non passa più nessuno. La rotta più utilizzata era in treno, partendo dalla Stazione Centrale di Milano, ormai eletta a quartier generale di smistamento assieme alla zona di Lampugnano, per poi transitare da Como-Chiasso e scavallare la Svizzera.

Ma ora non si riesce più, i treni sono controllati al millimetro, tutti vengono rimandati indietro. Allora tentano a piedi: in autostrada di notte, come avvenuto nei giorni scorsi, avvistati dalla polizia stradale ma soprattutto dagli automobilisti, con tutti i pericoli che comporta questa situazione. Tentano di seguire il corso del Breggia, ma quando arrivano al punto di confine, trovano gli agenti svizzeri armati, che li fanno tornare indietro. Allora si riuniscono, bivaccano migrando tra una zona e l’altra di Como: Chiasso e il piazzale Anna Frank, Como città e la stazione di San Giovanni. Forse nemmeno loro hanno un’idea precisa di come proseguire, ma si stanno accumulando. Arrivano con il ritmo di un centinaio al giorno: per ora sono poco evidenti, si disperdono in città o stanno seduti negli angoli in cui si ritrovano.

Qualcuno torna a Milano e poi ancora a Como, ma questa capacità di mischiarsi alla città, non durerà a lungo se i ritmi proseguiranno con numeri simili. Ormai l’emergenza è solo centro Africa, ma è così <prevedibile, che non è neppure più un’emergenza: l’arrivo di migranti diretti al nord Europa, per Como ormai è cronaca quotidiana. Possono passare solo da qui, dopo il blocco di Ventimiglia e del Brennero. Ma la Svizzera, che in via teorica non ha chiuso le frontiere, di fatto lo sta facendo da settimane. Le riammissioni semplificate sono alcune decine al giorno, ma è noto che ora<non vengono disdegnate le espulsioni coatte, soprattutto di notte: molto semplicemente, gli stranieri vengono rimandati indietro.