Milano, 31 ottobre 2020 - Sono giorni decisivi per definire quale direzione prenderà la gestione dell'emergenza Covid-19 in Italia e in particolare in Lombardia, la regione finita nuovamente al centro dell'epidemia. I dati del bollettino di ieri hanno fatto registrare una nuova impennata di casi: dei 31.048 contagi registrati in Italia, quasi novemila sono relativi alla Lombardia. Il virus circola, in maniera violenta. "La situazione è sempre più preoccupante. In questo fine settimana state il più possibile a casa e limitate gli incontri anche con familiari ed amici allo stretto indispensabile. I nostri morti ricordiamoli nel cuore e nella mente e non affollando i cimiteri" ha scritto su Twitter Massimo Galli, primario all'ospedale Sacco di Milano e docente all'università degli Studi.
La situazione è sempre più preoccupante. In questo fine settimana state il più possibile a casa e limitate gli incontri anche con familiari ed amici allo stretto indispensabile. I nostri morti ricordiamoli nel cuore e nella mente e non affollando i cimiteri.
— Massimo Galli (@MassimoGalli51) October 31, 2020
La mappa del contagio
A essere più duramente colpite sono le zone in parte "risparmiate" a marzo-aprile. Particolare preoccupante è la rapida diffusione di Covid-19 in Città Metropolitana, dove ieri i contagi giornalieri hanno sfiorato quota 4mila (1.607 dei quali nella sola città di Milano). Ats Milano ha lanciato l'allarme: "La nostra stima sui contagi di questa settimana - ha detto il diettore generale Walter Bergamaschi - è che arriveremo a 20 mila casi" nel territorio di Ats Milano Città metropolitana (che include anche Lodi ndr). Se la provincia di Milano è l'osservata speciale di questi giorni, anche a livello nazionale, in Lombardia ci sono altre province a rischio esplosione. A partire da Monza e Brianza e Varese, che hanno vissuto un incremento record di casi nelle ultime settimane, in proporzione alla popolazione. Allarme anche su Como, che ieri ha registrato 890 contagi in 24 ore.
Il virus corre in Italia
Il nodo cruciale, in questi giorni durissimi per il territorio, è quello relativo alle misure anti-Covid. Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, ha ricordato che "solo alla fine della prossima settimana vedremo gli effetti delle misure prese per rallentare la diffusione del virus". Ma non sono esclusi ulteriori provvedimenti anche a livello locale e regionale, a seconda delle criticità emerse. Un campanello d'allarme è suonato anche sulla base dei dati del monitoraggio settimanale sul valore Rt, l’indice del ritmo di trasmissione dei contagi: l'indice ha raggiunto l'1,7 a livello nazionale, con 11 regioni classificate come a rischio di proliferazione incontrollata.
De Luca: "Lockdown a Milano e Napoli? Una stupidaggine"
Nei giorni scorsi il Ministero della Salute ha annunciato un focus dedicato a Milano e Napoli, due aree dove la circolazione del virus è alta da giorni. In merito all'ipotesi di un "lockdown localizzato" si è espresso il governatore campano Vincenzo De Luca: "l'ultima stupidaggine che ho sentito riguarda la chiusura di territori interi, come Milano e Napoli. Nessuno si permetta di immaginare misure 'mezze mezze' - ha detto in una diretta su Facebook -. Per il livello di gravità a cui è arrivato oggi il contagio, le uniche misure non solo serie, ma efficaci, sono misure di carattere nazionale. Il resto è tempo perso". De Luca ha poi aggiunto: "Vi sono regioni nelle quali la percentuale di contagi è enormemente superiore alle aree metropolitane. Ci sono regioni più piccole con percentuali di contagio enormemente più alte di Napoli, dove è già alta. Quindi nessuno dica oggi stupidaggini, le uniche misure efficaci sono di carattere nazionale. Il resto sono cose intollerabili".
Per approfondire Brusaferro: "Indice Rt a 1.7. Quadro in peggioramento, verso scenario 4" / Coronavirus, l'indice Rt regione per regione
Il rebus del lockdown
Giovedì scorso è scattato il coprifuoco in Lombardia mentre è trascorsa meno di una settimana dal Dpcm del premier Giuseppe Conte. Ciò vuol dire che per valutare l'efficacia dei provvedimenti sarà necessario attendere ancora 7-10 giorni. Ma la Lombardia (e l'Italia intera) possono concedersi ancora tempo? Le posizioni sono differenti. Quel che è certo è che qualcosa si muove anche a livello istituzionale. Lunedì è previsto un vertice Regione-sindaci per valutare l'impatto dell'ordinanza regionale e del decreto sulla diffusione del virus e sulla saturazione degli ospedali. Dati alla mano, si valuterà in primis se attuare altre misure restrittive e se farlo di pari passo col Governo. Situazione in evoluzione anche sul fronte Governo: l'esecutivo potrebbe decidere di convocare le Regioni per un incontro già oggi o domani, anche se al momento in agenda non c’è nulla di prefissato.
Per approfondire Nuovo Dpcm Conte: ecco cosa cambia / PDF / Coprifuoco, nuova ordinanza in Lombardia: ecco cosa cambia
Pronto soccorso presi d'assalto, code per i tamponi
Nel frattempo gli occhi di tutti sono puntati sugli ospedali. Cresce la pressione sui pronto soccorso: "Qui la situazione peggiora ogni giorno, sulle ambulanze la vediamo crescere, gonfiarsi, siamo preoccupatissimi", spiega un soccorritore milanese. Lunghe code per fare i tamponi. Oggi situazione complessa anche all'ospedale pediatrico Buzzi, con file di auto in ingresso nonostante i vigili e perfino security a cercare di tenere un po' d'ordine. "Ancora non abbiamo superato la fatica fisica e psicologica della prima ondata, che ci troviamo a dover affrontare la seconda" ha spiegato Stefano Perlini, primario del Pronto soccorso del San Matteo di Pavia. "Stiamo vivendo la paura di quello che abbiamo già visto - ha spiegato - e non pensavamo potesse capitare così presto".