Cremona, 21 febbraio 2013 - La Procura di Cremona ha aperto un’inchiesta che ipotizza il reato di falso in atto pubblico in relazione a firme raccolte le liste per le regionali dell’ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini e per quelle per le politiche della lista Monti. Si tratterebbe di una trentina di firme ‘copiate’ da una lista all’altra.  A quanto si è saputo, nell’ inchiesta condotta dal procuratore di Cremona, Roberto di Martino, vi sarebbe un solo indagato, il certificatore delle liste. In sostanza, persone che avevano apposto la propria firma alla Lista ‘Scelta civica’ di Mario Monti se la sarebbero trovata senza saperlo anche su quella per il candidato alla presidenza della Regione Lombardia, Gabriele Albertini. Gli agenti della Digos della Questura di Cremona hanno sequestrato le liste.

 

ALBERTINI - Il candidato alla Regione Lombardia Gabriele Albertini si dice "sinceramente sbigottito" di fronte alle notizie dell’apertura di un’inchiesta della Procura di Cremona sulla raccolta firme per le sue liste. "Qualora dovessero ravvisarsi responsabilità di ogni tipo - ha dichiarato Albertini - saremo inflessibili con tutti coloro che dovessero essere coinvolti in questa vicenda".

"La vicenda riguarderebbe irregolarità su 30 firme su un totale di 641 raccolte nella Provincia di Cremona (richieste minimo 500 firme). Una volta di più esprimo tutta la mia fiducia sugli accertamenti che Digos e Magistratura stanno compiendo".

“Mai come in questo momento lo slogan della mia campagna ‘zerocompromessi’ deve rispondere alla domanda di serietà che i cittadini richiedono. Lo abbiamo promesso agli elettori, lo abbiamo chiesto ai candidati che hanno sottoscritto un codice etico lo abbiamo richiesto con forza a chiunque ha deciso di sostenere il nostro cammino. Non transigerò in nulla da quest’impegno”.

 

MARONI - "La cosa non mi rallegra, anzi mi rattrista. Lo dico particolaramente perchè Albertini è uno che non perde occasione per polemizzare con me su questo tema”, quello della correttezza e della trasparenza.  Questo il commento del leader del Carroccio Roberto Maroni