Offanengo (Cremona), 16 settembre 2017 - «Non siamo contro i vaccini, ma vogliamo che le norme di legge siano rispettate. E nel caso di nostra figlia non lo sono state». Lo dice Paola Riviera, insieme al compagno Matteo Vanelli, primo caso di esclusione da una scuola per mancanza dei vaccini nel Cremasco. La grana è scoppiata ieri mattina, quando mamma Paola ha portato la sua bambina, tre anni, alla materna. La responsabile della scuola ha chiesto i certificati e alla riposta negativa ha dovuto chiedere alla mamma di riportare a casa la bambina. Per la verità la questione era già nota e ieri mattina c’è stata solo l’ufficializzazione. Che però avrà conseguenze, perché la famiglia vuole andare fino in fondo.
«Due anni fa, quando ho iscritto la bambina al nido – riferisce la mamma – mi è stato chiesto se fosse vaccinata e quando ho risposto di no, non si è presentato alcun problema. In questi due anni la bambina ha sviluppato la varicella, ma senza alcuna complicazione. C’è da dire che allora le vaccinazioni non erano obbligatorie».
E adesso che cosa è successo?
«Noi siamo iscritti all’associazione Comilva, il comitato che raggruppa i genitori dei bambini i cui figli hanno riportato danni dai vaccini e siamo assistiti da un pool di avvocati. Ribadiamo il concetto che non siamo contro i vaccini a priori, ma vogliamo vederci chiaro».
E che cosa c’è di oscuro?
«La legge è molto semplice: i genitori possono richiedere alle Asst di sottoporre i propri figli all’esame prevaccinale. Questo esame serve per verificare eventuali allergie. E noi vogliamo che nostra figlia sia sottoposta a questo esame prima di prendere qualsiasi decisione in merito ai vaccini».
Quindi, come vi siete mossi?
«L’8 di agosto abbiamo scritto una lettera raccomandata all’Asst per chiedere questo esame, senza ricevere alcuna risposta».
E cosa avete fatto?
«Abbiamo scritto al sindaco Gianni Rossoni, spiegando la situazione. Era in ferie, ma ci è stato assicurato che al suo ritorno ci avrebbe ricevuto. Nel frattempo la scuola ha aperto, il 4 settembre, ma noi eravamo in vacanza e l’11 settembre siamo tornati, convinti di portare la bambina a scuola. Invece non è stato così».
Come mai?
«Siamo andati dal sindaco che ha escluso di poter ammettere la bambina perché non avevamo la certificazione di legge, cioè la bambina non era stata vaccinata né aveva un appuntamento per sottoporsi ai vaccini».
Vero, quindi la bimba resta fuori.
«Sì, ma noi abbiamo presentato un’autocertificazione nella quale dichiariamo che siamo in attesa che l’Asst ci convochi per l’esame prevaccinale».
Dichiarazione non contemplata dalla legge. E adesso cosa farete?
«Dovremo presentare una denuncia penale nei confronti del sindaco che non ha ammesso la bambina e chiedere il pronunciamento del Tribunale civile sulla vicenda. Il giudice deve dire chi ha ragione e se ammettere la bambina».
E nel frattempo?
«Paghiamo una baby sitter che si occupi della piccola perché noi lavoriamo».