Milano, 2 dicembre 2012 - Casalingo. È raro ascoltare questa parola da un’artista molto attenta al colore delle note e ai segni delle idee, ma questo tour è il concept di un album che interiorizza il mondo, molto da scena milanese (Brera, Naviglie e Scala) milanese, di Malika Ayane. Madre italiana e padre marocchino, diplomata al violoncello al Conservatorio Giuseppe Verdi, gavetta con Muti, Chailly e Sinopoli, tre album con la Sugar di Caterina Caselli, due festival a Sanremo, canzoni e temi da film. Anche una famiglia allargata sui Navigli, con la figlia e le figlie del marito regista Federico Brugia. «Ricreazione», l’album uscito a settembre, è in radio con «Il tempo non inganna», dopo «Tre cose», e lei arriva a Milano con tre appuntamenti. La celebrazione del tour domani sera agli Arcimboldi (ore 21), due concerti martedì al Blue Note (ore 21 e 23, l’unico con posti ancora disponibili), una festa per gli amici e pochi fortunati fans:
«Faremo estrarre da un cappello - dice - la scaletta, sarà divertimento puro».
Anche la presentazione di «Ricreazione» cercava una dimensione domestica nel tempio degli audiofili, il Mu di via Marghera, perché la vita è fatta di dettagli, di modulazioni dei sentimenti, del ritmo vitale, dell’estetica del suono. «Sono veramente una persona felice - confessa - è andata bene ovunque e adesso chiudo a Milano, a casa mia». Non è stato semplice smontare e rimontare un disco dove aveva imbarcato Paolo Conte e Pacifico, Tricarico, Boosta, The Niro, Paolo Buonvino. E un inedito prezioso di Sergio Endrigo scovato negli archivi della Sugar. Arrangiamenti cameristici e pop, ensemble classico, modulare e trasversale.
E dal vivo che accade? «Siamo in undici sul palco, ma cominciamo piano e voce, poi aggiungiamo la ritmica storica, una sezione di fiati atipica con clarinetti, fagotti e flauti. Legni ed ottoni. La seconda parte è la prova generale, un palco sul palco, le luci tonde colorate. Come nel film “Cabaret”. Ho fatto una ricerca con costumista e scenografo, le luci e i cambi d’abito. Ho curato, in fondo, la regia». «Se non hai il budget di Lady Gaga - continua Malika - e se non sei Lady Gaga, non ha senso fare il figo, meglio cercare delle idee. E in questo è stato fondamentale Paolo Fossataro, il mio light designer. In certi momenti sembriamo l’orchestra di Duke Ellington». Semplicazione è la parola d’ordine degli arrangiamenti, soprattutto nelle canzoni conosciute, in “Come Foglie” e “Controvento”».
Formazioni a geometria variabile, duetto voce pianoforte, quartetto con il violoncello dell’amica Giulia Monti, a cui si aggiunge il parallelepipedo in legno (cajon), una percussione sudamericana molto interessante: dà la sensazione (ci siedi sopra) di un’atmosfera raccolta. Casalinga». Appunto. Interessante la scelta della sezione fiati, un work in progress . «Giampaolo Mazzamuto e Daniele Parziani, il primo violino, ex compagni di liceo, hanno radunato gli amici...». Morale. «In un momento di crisi economica e culturale è incoraggiante trovare tanta gente a teatro. Sono orgogliosa che un album non commerciale abbia attenzione e successo. Vuol dire che ho fatto bene il mio lavoro, sono stata onesta. E la gente se ne accorge». Suonano Leif Searcy alla batteria, Marco Mariniello al basso, Stefano Brandoni alla chitarra, Carlo Gaudiello al pianoforte, Giulia Monti al violoncello, Daniele Parziani al violino. E Giampaolo Mazzamuto, tromba, Moreno Falciani, flauti e sax, Andrea Andreoli, trombone, Marco Ventura, viola.
di Marco Mangiarotti
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