Milano, 12 gennaio 2021 - Il rischio c'è e si fa sempre più concreto: la Lombardia potrebbe passare dalla zona arancione a quella rossa. A confermarlo, ieri, è stato Attilio Fontana nel corso di un intervento a SkyTg24 nel quale si è concentrato in particolare sull’indice Rt, quello che misura la capacità di contagio del virus. "La scorsa settimana l’indice Rt ha avuto un improvviso innalzamento – ha detto il governatore lombardo –: abbiamo finito la settimana precedente a 1 e la scorsa settimana siamo passati a 1,24. Tenendo conto dei nuovi parametri introdotti dal Governo poco prima di Natale, ci stiamo avvicinando sicuramente alla zona rossa". Già, stando all’automatismo appena messo a punto dall’esecutivo nazionale, l’ingresso in zona rossa scatta quando l’indice Rt è pari o superiori a 1,25. Prima della stretta, invece, occorreva un indice pari all’1,5 per finire nel livello di rischio più alto di tutti. Da qui la conclusione del presidente della Regione. Che porta con sé una conclusione altrettanto ovvia: in caso di zona rossa dovranno rimanere chiuse le scuole di ogni ordine e grado, non più soltanto le scuole superiori.
Il problema, però, non è solo l’indice Rt. "Stiamo peggiorando in tutti i parametri – ha aggiunto Fontana –. La situazione deve essere monitorata e tenuta sotto controllo con grande attenzione. Mi auguro sempre che questi numeri si invertano, che l’indice Rt e quello dei ricoveri in ospedale si abbassino". Ma, questa mattina, intervistato da Mattino5, ha sottolineato: "C'e' un po' di rimescolamento" sui parametri che stabiliscono i colori delle regioni nell'emergenza covid. "Ieri nell'incontro col governo - ha aggiunto il governatore - abbiamo parlato a lungo ed e' possibile che anche i parametri vengano rivisti, forse in parte modificati. Quindi e' un'ipotesi, ma non una certezza, che si entri in zona rossa. Si stanno studiando una serie di altri parametri, che tengono conto ad esempio del numero di tamponi, di contagiati per numero di tamponi effettuati e una serie di altre valutazioni". Ma la situazione resta preoccupante in tutta Italia. “Sta arrivando un’impennata” dei contagi, ha detto il premier Giuseppe Conte al Tg3. E ha aggiunto: “Non sarà facile, dobbiamo fare ancora dei sacrifici”.
Critico l'infettivologo dell'Ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, intervenuto ad Agorà su Rai3: "I dati indicano che siamo non dico daccapo, ma in una situazione non tranquilla, con la possibilità di ritrovarci settimana prossima di nuovo con gli ospedali in forte difficoltà. Non c'è certezza, ma per come si configura, la situazione ci dà elevate possibilità di essere messi male a breve". Secondo l'esperto, anche per 'mettere al sicuro' la campagna vaccinale servono nuove restrizioni, perché "è chiaro che il sistema policromatico utilizzato fino adesso ha funzionato in maniera molto limitata", anzi "mi sentirei di dire non ha funzionato se è vero come è vero che quelle peggio messe sono attualmente le Regioni che sono sempre state più o meno gialle".
Nuovo Dpcm 16 gennaio, incontro Governo-Regioni
Uno scenario che si riflette nella grande prudenza del tavolo con gli enti locali dove il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha illustrato le misure anti-Covid allo studio in vista del Dpcm che entrerà in vigore dal 16 gennaio. Il governo vuole rendere più facile l’ingresso in zona arancione, visite a parenti ed amici massimo in due come durante le feste natalizie, la zona bianca come “segnale” di un Paese che prova a guardare avanti. E la garanzia di ristori per tutte le attività che resteranno chiuse. E durante la riunione si è riscontrata una generale condivisione dell’impianto di “rigore” nelle prossime settimane. "Il Governo ci ha spiegato quali potrebbero essere le eventuali restrizioni da porre in essere nel prossimo Decreto" ha fatto sapere Fontana a metà mattinata, una volta terminato il vertice. Il riferimento è al divieto di spostarsi in una regione diversa da quella di residenza anche in zona gialla e il divieto di asporto dopo le 18 per i bar, ma non per i ristoranti. Misure che saranno valide a livello nazionale una volta approvato il nuovo decreto. Per concludere il presidente Fontana ha spiegato di non aver "chiesto – durante l’incontro con il Governo – la zona arancione per tutta Italia ma un criterio uguale per tutti che non insegua la suddivisione in zone" e che consenta alle imprese, alle famiglie e ai cittadini di organizzarsi per un tempo congruo senza doversi adeguare di volta in volta a cambiamenti settimanali. Per l'ok definitivo delle nuove misure di contrasto al Coronavirus bisognerà aspettare giovedì mattina, dopo il passaggio in Parlamento previsto per mercoledì 13, verrà convocato un ulteriore incontro intorno alle 10.
Nuovo Dpcm, ecco cosa cambia in Lombardia
Stato d'emergenza
Non è escluso nel prossimo Decreto ci sia la proroga dello stato d'emergenza, in scadenza il 31 dicembre. Sembra infatti che il governo stia valutando la possibilità di estenderlo fino al 30 aprile, prorogandolo quindi per 3 mesi.
Coprifuoco
Il coprifuoco dovrebbe restare in vigore sempre dalle 22 fino alle 5.
Spostamenti tra Regioni
Potrebbe essere prolungato il divieto di spostamenti anche tra Regioni "gialle" (servirà un decreto ad hoc per confermare questo divieto alla mobilità). Ci si potrà dunque spostare per esigenze lavorative; motivi di salute; situazioni di necessità; per far rientro presso la propria residenza, domicilio o abitazione; ricongiungersi con il coniuge/partner se il luogo coincide con quello di residenza, domicilio o abitazione; per andare a trovare i figli minorenni nel caso di genitori separati/affidatari; prestare assistenza a persone non autosufficienti. Non ci si potrà spostare tra le regioni - anche in zona gialla - per fare gite o per ricongiungersi con il proprio partner, se il luogo non coincide con quello di residenza, domicilio o abitazione.
Visite a parenti e amici
La norma dovrebbe essere prorogata e consentire, in zona rossa, la possibilità di spostamenti all'interno del Comune verso un'abitazione privata per far visita a parenti e amici una volta al giorno (sempre al massimo in due persone, esclusi under 14, disabili e persone non autosufficienti conviventi). Il divieto di ospitare a casa più di due parenti o amici "si è dimostrata una norma ragionevole che ha funzionato nel periodo natalizio. Credo che avrebbe senso confermarla", ha detto oggi Speranza. Il limite massimo di due persone a casa potrebbe valere per tutti e tre i colori attualmente previsti. In zona arancione, ricordiamo, ci si può già muovere liberamente all'interno del Comune mentre è vietato uscire dai confini comunali per visitare amici o parenti. Da capire come verrà declinata dal 16 la questione. Sicuramente resterà la raccomandazione, anche nelle zone gialle, a non ospitare in casa più di due persone.
Weekend
Si discute ancora se far scattare in automatico, nei weekend, la zona arancione, così come accaduto il 9-10 gennaio. La misura implicherebbe la chiusura di ristoranti e centri commerciali, ma viene osteggiata da Italia Viva. In base alle ultimissime indiscrezioni, la bozza del nuovo Dpcm non conterrebbe il weekend 'automatico' in arancione.
Movida e bar
Una delle ipotesi al vaglio sarebbe quella di varare una stretta anti-movida, vietando l'asporto dalle 18 esclusivamente per i bar. Saranno quindi consentite solo le consegne a domicilio.
Impianti di sci
E' molto probabile la proroga della chiusura degli impianti da sci, che al momento dovrebbero riaprire il 18 gennaio. Più volte nei giorni scorsi Boccia ha ribadito che potranno riaprire solo quando si sarà tornati alla normalità.
Musei, cinema e teatri
Porte chiuse ancora per cinema e teatri. I musei invece potrebbero riaprire, ma soltanto nelle regioni gialle.
Palestre e piscine
Ancora da definire le modalità di un'eventuale riapertura di piscine e palestre, da definire quando e, soprattutto, in quali zone. Potrebbe risultare decisivo l'incontro tra il Cts e il ministro dello Sport Spadafora, fissato per il 12 gennaio. Si valutano deroghe per lezioni individuali.
La zona bianca
Tra le ipotesi, c'è quella di introdurre la zona bianca che per la verità con i numeri attuali difficilmente sarà raggiungibile da qualsiasi regione prima di febbraio-marzo. Lo status di zona bianca, infatti, si ottiene con un Rt (indice di contagio) non superiore a 0,5 e un tasso di incidenza di 50 casi alla settimana ogni 100mila abitanti. Chi riuscirà a raggiungere questo traguardo potrà dire addio alle restrizioni: rimarrà infatti solo l'obbligo di utilizzare la mascherina e di rispettare la distanza di sicurezza. Scomparirà anche il coprifuoco e riapriranno tutte le attività e la scuola.