
J-Ax
Milano, 12 aprile 2015 - Severo con se stesso, inevitabilmente spericolato. Il rigore che si fonde con il rischio. J-Ax ammette ciò che è. Sarà per questo che ottiene ciò che vuole. Artefice di quel caos perfetto di generi chiamato Rap’n’Roll, con il suo “Il Bello d’esser Brutti Tour” infila la bellezza di 7 date all’Alcatraz di Milano ed è subito sold out (dalla prima all’ultima). L’album omonimo si tinge di platino a due settimane dall’uscita. E ancora “The Voice”: due volte coach, la vittoria di suor Cristina in pugno e in testa l’ambizione di forgiare nuovi talenti in grado di sorprendere il mercato discografico. Pura intuizione artistica. Ma è il bello di un gioco che un gioco non è.
Come colloca l’esperienza di un talent show nel suo percorso artistico? «The Voice è una grande sfida. Mi serve per provare a essere un entertainer a 360 gradi. Tento di farlo al meglio, provando a reinventarmi ogni volta».
Le squadre cominciano a prendere forma. C’è qualcuno su cui si sente di puntare? «Sì ma è ancora presto per dirlo. Mi baso moltissimo sulla reazione del pubblico e non vedo l’ora che si passi alla fase del televoto».
Se un concorrente della sua squadra dovesse vincere anche quest’anno sarebbe un bel colpo per lei… «Ciò che desidero è che chiunque vinca The Voice diventi un artista di successo. Uno in grado di vendere dischi».
E l’idea di fondare Newtopia come è nata? «Io e Federico (Fedez, ndr) ci siamo accorti che era arrivato il momento di rischiare. Ormai i produttori non rischiano più. Abbiamo fondato una nostra etichetta, una nuova realtà attenta a tutti gli aspetti del lavoro di un artista: dalla qualità dei suoni al packaging. Anche il budget deve essere consono alle aspettative perché l’arte va trattata con rispetto. Non si può ignorarlo».
Domani sarà di nuovo sul palco dell’Alcatraz… «Cerco di restare concentrato. A livello fisico il tour è molto impegnativo. Sono sempre più severo con me stesso. Arrivato a questo punto della mia carriera voglio essere ineccepibile».
Da domani al 16 aprile all Alcatraz, via Valtellina 25.
francesca.nera@ilgiorno.net