Colico (Lecco), 24 marzo 2015 - Il tema sicurezza a Colico è da sempre molto dibattuto, ma dopo l’incontro che si è tenuto all’auditorium sul tema, adesso il confronto nel paese è ancora più vivace. «Dalla serata proposta all’auditorium – afferma Luca Monticelli, uno dei promotori – sono emersi aspetti interessanti per tutti. Abbiamo avuto consigli precisi da chi si occupa in prima persona di queste cose come il Procuratore di Lecco. È emerso che la cosa più facile da realizzare in tempi abbastanza brevi e che ha dimostrato di dare risultati è un sistema di videosorveglianza con il riconoscimento delle targhe. Il sindaco ha ammesso che l’impianto attuale è vecchio e inefficace impegnandosi a trovare fondi. Molto interessante anche la proposta del questore di fare dei corsi per migliorare la sicurezza tra i cittadini».
Anche Adriano Curioni, altro promotore della serata, ha definito l’incontro positivo ma «non nascondo l’amarezza di aver capito che riuscire ad avere più carabinieri in paese sarà difficile e servirà un’azione politica. Per questo è auspicabile da parte dell’amministrazione comunale un impegno nella direzione di avere più uomini, poi si penserà anche alla caserma per cui sappiamo che comunque ci vuole qualche anno». Per Sara De Lucchi che abita a Laghetto «la situazione preoccupa tutti perché i furti toccano tutti. Noi siamo stati fortunati perché non ci hanno mai derubato, anche perché abbiamo un allarme antifurto, ma i nostri vicini sono già stati colpiti. I Carabinieri si danno da fare ma non possono arrivare ovunque, la cosa migliore è attrezzarsi per rendere difficile il lavoro ai ladri».
«A me hanno rubato vent’anni fa – spiega Laura Bettiga – e c’è da dire che hanno sempre rubato, certo negli ultimi anni è peggiorata molto la situazione. Purtroppo chi nasce ladro resta ladro, la cosa che serve è una giustizia più incisiva perché altrimenti non c’è timore della pena. Una volta se ti rubavano potevi dargli quattro stangate, adesso invece oltre al danno c’è anche la beffa. Se reagisci con questi rischi di fare una brutta fine e se non ci riescono loro a farti del male te lo fanno dopo in tribunale». Per Alfio Dego «bisognerebbe potersi difendere come si vuole in casa propria. A me hanno rubato e quando sono tornato a casa erano ancora dentro ma mi sono scappati da sotto al naso. Mi hanno sfasciato tutta la casa, non c’era più un cassetto al suo posto, ho dovuto spendere una cifra per mettere l’allarme. Lo Stato non ci protegge, dobbiamo reagire da soli per difenderci da questa gentaglia».