Perego, 13 marzo 2012 - Sono giorni difficili e insieme esaltanti per don Mario Bonfanti, l’ex parroco di Perego ordinato sacerdote nella diocesi sarda di Ales Terralba e dal 2007 in prestito in convenzione a quella di Milano prima di essere “licenziato” per le sue prese di posizione a favore delle coppie omosessuali, delle unioni di fatto e dei sacramenti ai divorziati. Da una parte vive la sofferenza di essere stato allontanato dalla sua comunità, dall’altra sta ricevendo migliaia di attestati di affetto e sostegno dalla sua gente ma anche di molte altre persone che nessuno conosce.
Don Mario, da quando è stato esonerato dall’incarico circolano diverse voci sul suo conto.
«Quali?»
Che lei è omosessuale...
«Non sono voci, è una realtà che tutti i miei parrocchiani sanno bene, sono gay e allora?»
Ma lei ha fatto promessa di celibato e castità.
«Appunto: io presto comunque fede all’impegno che ho preso. Non ci sarebbe alcuna differenza tra un prete eterosessuale e uno omosessuale».
Forse potrebbe essere questo il vero motivo per il quale è stato allontanato e non per le sue omelie contrarie al magistero ufficiale della chiesa, come invece lasciato intendere nella lettera ufficiale con cui gli è stato sollevato dall’incarico di vicario parrocchiale?
«Sono anni che dalla chiesa lo sostengono e sta di fatto che da quando ho cominciato a essere sincero per me sono cominciati i problemi. È per questo che parlo di omofobia all’interno della chiesa. Da quando ho affrontato questi argomenti sono iniziate le difficoltà. Quello che mi ha stupito è che le persone mi difendono a spada tratta sapendo quello che sono. Ma da adesso sono in “silenzio stampa”...».
Ma ormai ne stanno parlando tutti...
«Ogni cosa su questo argomento potrebbe crearmi altri problemi. Più avanti parlerò anche di questo ma prima occorre che passi questo momento in cui paradossalmente sta emergendo in me un sacco di energia positiva e sto scoprendo la vicinanza di persone che nemmeno immaginavo. Ora però ho bisogno di calma e che venga distolto lo sguardo da me per poter essere libero di agire e costruire qualcosa di bello».
di Daniele De Salvo
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