Bulciago, 14 aprile 2014 - «Lo so che lui è morto, per questo siamo qui oggi. E non è vero che il tempo attenua il dolore, per me non è così. Eppure lui è qui, lo sento vicino a me». Quella di ieri a Bulciago non è stata solo una commemorazione per ricordare chi non c’è più, è stata soprattutto una festa, un momento di condivisione, nel nome e nella memoria di Vittorio Arrigoni, il 36enne di Bulciago che tre anni fa, il 15 aprile 2011, è stato assassinato a Gaza da un gruppo di presunti terroristi salafiti.
E insieme è stata l’occasione per lenire la sofferenza, soprattutto per la mamma, Egidia Beretta, sindaco del paese, e per la sorella Alessandra, che hanno accolto le centinaia e centinaia di persone arrivate nel piccolo centro brianzolo da tutta Italia e anche dall’estero, dalla Palestina soprattutto, per trascorrere con loro l’anniversario del tragico evento. Durante il pomeriggio, tra mostre, concerti, spettacoli, proiezioni di video e documentari, testimonianze inedite, sono stati presentati i numerosi progetti realizzati per continuare a diffondere il sogno, l’Utopia - come la chiamava lui - di Vik, gli ideali, il desiderio di diritti umani per tutti.
Quel sogno, quell’Utopia, quegli ideali e quei desideri che la mamma sta divulgando, soprattutto tra gli alunni delle scuole, percorrendo tutta la Penisola: «Cerco di mascherarmi dietro una parvenza di sorriso, anche se abbasso gli occhi pieni di dolore. Perchè Vittorio è vivo, ma Vittorio è morto».
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