DANIELE DE SALVO
Cronaca

Regina delle Alpi, scala una dopo l’altra le 82 vette più alte

Alessandra Casiraghi: "Lo sognavo da bambina"

Alessandra Casiraghi (Cardini)

Missaglia, 30 agosto 2017 - Ha scalato tutte le 82 vette delle Alpi che superano i 4mila metri d’altezza. Alessandra Casiraghi, 49 anni di Missaglia, nei giorni scorsi, nonostante fosse reduce da un intervento chirurgico per una frattura di femore e da un lungo periodo di riabilitazione, ha conquistato finalmente anche l’Aiguilles du Diable sul massiccio del Bianco, l’ultima cima che mancava all’appello per compiere l’impresa. "È stata un’emozione fantastica – racconta –. Avevo già tentato l’ascesa altre quattro volte prima, ma per diversi motivi non ero mai riuscita a concluderla. Inoltre temevo che dopo l’operazione non ce l’avrei mai fatta". Sommando l’altezza di tutti i picchi, creste, sommità, si è arrampicata per quasi 350 chilometri. Ha impiegato un quarto di secolo per entrare nella storia dell’alpinismo, in punta di piedi, senza clamori. È la quarta donna in Italia, la sesta al mondo.

"Fin da bambina sono sempre andata in montagna con i miei genitori – racconta -. L’amore per l’altezza però è divampato nel 1993, grazie ad un articolo su una rivista specializzata mi sono posta l’obiettivo della salita su tutti i 4mila, senza fretta, senza la foga di raggiungerlo subito, senza alcuna velleità né intento agonistico, solamente per soddisfazione personale, godendomi la bellezza di ogni escursione, ogni passaggio sulla roccia, la neve e il ghiaccio, ogni panorama". Per entrare nel gotha del Club dei 4000 del Cai di Torino, che riunisce gli alpinisti che hanno salito almeno 30 vette superiori ai 4mila metri sulle 82 sparse tra Italia, Francia e Svizzera dell’elenco ufficiale dell’Unione internazionale delle associazioni alpinistiche, ci vuole tanta passione, allenamento, preparazione tecnica, tenacia, ma soprattutto testa.

"L’aspetto psicologico è il più importante – spiega la 49enne -. È essenziale per superare la fatica e i momenti difficili, ma anche per decidere con lucidità quando occorre mollare". È per questo che, nonostante i pericoli affrontati in quota, non è mai incappata in incidenti gravi: "La montagna esige cautela e rispetto, sebbene non sempre bastino perché gli imprevisti e gli errori capitano, spesso sono proprio quelli banali a costare di più. Io preparo ogni scalata con cura, informandomi, consultando le guide, ma quando mi accorgo di non essere pronta preferisco rinunciare". È difficile per lei stilare una classifica delle cime per lei più significative: "Certamente il Gran Paradiso per me significa molto perché ci sono salita con i miei genitori, ma ogni vetta rappresenta una parte di me". Per questo alcune montagne le ha scalate più volte nel corso del tempo, da diverse vie e pareti. "Ciò mi ha permesso di constatare purtroppo anche di come i ghiacciai delle nostre Alpi si stiano ritirando velocemente: alcune cime che ho affrontato all’inizio del mio percorso erano ricoperte da neve e ghiaccio, oggi sono una distesa di sassi taglienti".