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Lecco, dai cinghiali alle nutrie: un bollettino di guerra

2.400 aggressioni in un anno, cinquecento incidenti, 5mila euro di danni al giorno: la Regione prova ad arginare il fenomeno e se la prende anche con gli ambientalisti

Nutria

Lecco, 10 luglio 2015 – Cinghiali, ma anche nutrie, volpi, piccioni. Gli animali selvatici assediano campi coltivati, strade e corsi d'acqua, spesso attaccando anche l'uomo con numeri da bollettini di guerra: 2.400 aggressioni in un anno, cinquecento incidenti, 5mila euro di danni al giorno, il doppio di quanto succedeva soltanto nel decennio scorso. Lecco e provincia sono tra i territori più colpiti, con 94 incursioni. Peggio succede solo a Brescia, Pavia, Bergamo, che tuttavia hanno una superficie molto più estesa. «Ormai non è più solo un problema degli agricoltori - spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia - Ormai le nutrie stanno invadendo anche le strade più trafficate e aumentano le incursioni dei cinghiali. Serve un'azione congiunta con le istituzioni in grado di porre rimedio a questa situazione».

Le specie più dannose sono i cinghiali che rappresentano quasi il 27 per cento del totale dei danni, nutrie e volpi pesano per oltre il 16,5 per cento, piccioni e storni rappresentano quasi il 20 per cento. Sugli oltre due milioni di euro di danni registrati ormai ogni anno in Lombardia, il 75% riguarda le attività agricole e il resto gli incidenti stradali, più di uno al giorno, oltre 500 all'anno, causati dagli animali. Erano appena 41 nel 2004 Se si prendono in considerazione gli attacchi dei cinghiali alle attività agricole, in dieci anni sono triplicati passando dai 329 del 2004 ai 952 del 2013 per un totale di quasi mezzo milione di euro di danni.

Per arginare il fenomeno martedì prossimo gli assessori regionali discuteranno un provvedimento, a firma del collega assessore alla Salute Mario Mantovani per l'eradicazione delle nutrie, che stanno anche devastando gli argini dell'Adda, una tra le specie più invasive, con una prima dotazione finanziaria di 300 mila euro per intervenire. Dal Pirellone sostengono che sul problema della fauna selvatica sarebbe meglio se potessero intervenire direttamente, acquisendo le competenze che fino ad ora sono riservate ai funzionari Ispra, l'Istituto ministeriale superiore per la protezione e ricerca sull'ambiente.

«Il problema delle specie invasive impatta ormai in modo troppo pesante sull'agricoltura – spiega l'assessore regionale all'Agricoltura Giovanni Fava - Il tema del contenimento, e in alcuni casi eradicazione, delle specie invasive è centrale, non resteremo semplicemente a guardare». «Prova ne sono – ricorda l'esponente istituzionale - gli indennizzi riconosciuti agli agricoltori negli anni ma anche le azioni messe in atto per sopperire alle mancanze del Governo, a partire dalla legge regionale sull'eradicazione della nutria che il governo ha addirittura impugnato dinanzi alla Corte costituzionale». Ma l'assessore punta il dito anche contro gli ambientalisti: «Il contrasto a queste specie non può prescindere dalla collaborazione dei soggetti che vivono attivamente il mondo rurale, dagli agricoltori fino ai cacciatori; e non deve avere invece un approccio ideologico. E' inaccettabile che su questi temi le associazioni ambientaliste possano impugnare gratuitamente ogni atto finalizzato ad affrontare e risolvere il problema».