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Bocca di Rosa per fame a 79 anni: "Mi vendo e mantengo mio figlio cieco"

In strada nel Lecchese. "La pensione sociale non basta" di DANIELE DE SALVO

Mani truccate ma anziane

Mani truccate ma anziane

Lecco, 9 maggio 2016 - Prostituta a 79 anni. Mentre sette milioni di italiani attendono con ansia di ricevere la fatidica busta arancione per conoscere quando andranno in pensione e quanto percepiranno di pensione, lei, -«classe 1937, la stessa di Vittorio Emanuele di Savoia», sottolinea orgogliosa - la pensione l’ha già. Prende la minima, nemmeno 500 euro al mese più la tredicesima, che però non bastano. È rimasta vedova, uno dei figli che l’aiutava è morta e l’altro è gravemente malato e deve occuparsene e mantenerlo lei.

Per arrotondare l’assegno sociale senza essere di peso a nessuno ha così deciso di tornare in strada, lungo la Super 36 a Nibionno. Non è nuova del mestiere, tra un turno in fabbrica e l’altro, nei momenti di bisogno da giovane ma anche da donna matura si è sempre arrangiata, sebbene saltuariamente, dispensando piacere a pagamento. Ormai da parecchio aveva cambiato vita. «Non è cosa e non è bello per una signora anziana come me, ma che posso farci... non ho mai chiesto la carità a nessuno e non intendo cominciare adesso, mi sono sempre arrangiata e continuerò a farlo», spiega.

Con indosso una minigonna rossa e una camicetta nera sbottonata cerca di mettersi in mostra e di competere con le straniere dell’Est o con i viados che affollano le piazzole della zona. Le rughe, i segni dell’incedere del tempo e i vestiti stonati lasciano lo stesso trasparire i lineamenti fini e un passato di bellezza. Era lì, un poco più appartata rispetto alle altre, anche ieri, il giorno della festa della mamma, quando in tutto il mondo mamme e nonne si concedono alla riconoscenza di figli e nipoti. Uno dei tanti automobilisti in transito da quelle parti l’ha notata, non voleva e non poteva credere che una signora ormai ottantenne esercitasse il lavoro più antico del mondo e l’ha segnalata ai carabinieri, ma il meretricio non è reato, i militari non hanno potuto nulla, se non ascoltare la sua storia e poi lasciarla lì.

«Mio marito è mancato, mentre mio figlio a causa del diabete è praticamente cieco, prima provvedeva lui a me, adesso è il contrario – racconta -. Tra affitto, bollette e medicinali i soldi non sono mai sufficienti e allora eccomi qui...». Prova vergogna? «No, perché dovrei? - risponde -. Non rubo mica e non faccio del male a nessuno, anzi».

I clienti non sono molti, si rivolgono a lei signori avanti con gli anni soprattutto ma anche qualche ragazzotto di cui soddisfa le voglie al prezzo di una ventina di euro scarsi. «A qualcuno faccio pena, mi chiede perché mi venda alla mia età e allora mi allunga qualcosa di più. Non guadagno tanto, ma almeno mio figlio e io riusciamo a campare, a me importa solo questo».