
I Punkreas
Nerviano (Milano), 1 giugno 2016 - Si torna a casa. Questa sera i Punkreas, band partita da Parabiago 25 anni fa per diventare poi l'icona del punk italiano, sarà sul palco del Big Bang Music Fest di Nerviano insieme a Fratelli Calafuria e Merdonald's. Non è di certo la prima volta in cui la band torna nell'Altomilanese - anzi, ormai l'appuntamento con il territorio è praticamente fisso -, però è la prima volta in cui il chitarrista Paolo Noise e compagni portano su un palco della zona il nuovo album "Il lato ruvido". Un album arrabbiato, che di certo non le manda a dire. Ma anche un album impegnato, che non si tira indietro di fronte alla richiesta di impegno sociale e di coinvolgimento nei temi di attualità.
Noise, questo album sembra un po' un ritorno al passato con un'energia rinnovata... "Esatto, è qualcosa di nuovo e un ritorno alle origini allo stesso tempo. In "Il lato ruvido" si ritrovano la nostra aggressività del passato mescolata con quello che siamo adesso. Insomma, abbiamo fatto una sorta di passo indietro per farne due avanti".
Nell'album ci sono anche molti spunti di cronaca. Questo risponde a una vostra esigenza di far sapere la vostra opinione? "In parte è un'urgenza di parlare di argomenti che ci stanno a cuore e in parte è perchè non sappiamo fare altro. Nel brano "800588605" abbiamo scelto di parlare anche di episodi che coinvolgono le forze dell'ordine non solo per motivi di attualità, ma anche perché qualche anno fa ci è successo qualcosa di analogo: eravamo in un albergo di Nichelino e siamo stati aggrediti proprio dalle forze dell'ordine. Abbiamo avuto fortuna: se non avessimo avuto uno staff da chiamare per chiarire la situazione come sarebbe potuta finire? Per questo quando abbiamo saputo dell'istituzione del numero verde da parte di Acad abbiamo deciso di sostenere il progetto. Non siamo contro le forze dell'ordine, ma siamo contro a chi fa parte delle forze dell'ordine e lavora male: chi si impegna, lavora bene ed è in buona fede dovrebbe ritenersi infangato dai colleghi che fanno l'opposto".
In "Salta", il primo brano de "Il lato ruvido", parlate del vostro pubblico e di come vivete i concerti. E' davvero ancora un sogno per voi? "Questa è la prima canzone nella quale parliamo anche di noi, è importante. Per noi da sempre tutto questo è quasi un sogno. Siamo nati nel 1989 con la voglia di far parte di qualcosa di più grande, all'epoca si suonava per passione. Non avremmo mai pensato di arrivare fin qui. E anche oggi lo facciamo in questo modo, abbiamo sempre fatto tutto per passione, senza pensare di arrivare a chissà quale successo. Forse è per questo che noi ci siamo ancora mentre altri sono spariti"-
In questo nuovo lavoro non avete peli sulla lingua, quasi più del solito... "Durante il "Paranoia domestica tour" nella band e attorno a tutti noi si respirava una grande energia, che abbiamo messo in questo album. E' un album arrabbiato, è vero. Da punto di vista sociale non sembrano esserci prospettive, eppure i giovani non si arrabbiano. Possibile che non esista un moto di ribellione? Le vecchie ideologie non ci sono più, il caos di solito lascia spazi di intervento: basta avere voglia di fare. Per questo con "Il lato ruvido" abbiamo voluto dire agli altri di svegliarsi".