Legnano, 17 agosto 2010 - Una data importante. Quella di ieri sarà da molti ricordata come la giornata in cui ha avuto inizio il trasloco dal vecchio ospedale Civile a quello nuovo nel quartiere San Paolo. In realtà ieri mattina sono cominciate soltanto le operazioni di “familiarizzazione”.
Carla Dotti, direttore generale dell’ospedale di Legnano, in che cosa consiste questo processo?
«Questa nuova struttura è più compatta rispetto a quella di via Candiani perché presuppone la cura soprattutto dei malati in fase acuta. Perciò è stato necessario accorciare il più possibile i percorsi. Nel nuovo ospedale ogni operatore non dovrà percorrere più di 25 metri per raggiungere il paziente di propria competenza. Tutte le operazioni dovranno essere compiute in tempi rapidi e per questo da ieri i lavoratori stanno iniziando a frequentare l’ospedale sperimentando, in piccoli gruppi seguiti da tutor, i percorsi che dovranno svolgere ogni giorno e imparando dove si trovano tutte le attrezzature».
I cittadini cosa si devono attendere dalla nuova struttura?
«Questo ospedale è pensato per i malati, non sarà una casa di riposo. Avrà tutti i servizi che si possono trovare nel “vecchio” Civile e in più ci saranno Radioterapia, Medicina d’urgenza e una Terapia intensiva dedicata solo ai pazienti che hanno subito un intervento chirurgico. Come tutti gli ospedali, non si occuperà delle cronicità, ma del riacutizzarsi di certe malattie».
La struttura è innovativa. «Ogni camera avrà uno o al massimo due letti con bagno privato. Tutte le tecnologie sono adatte ad accogliere qualsiasi innovazione futura della medicina. Abbiamo attrezzature innovative come letti ad alta tecnologica per le due rianimazioni e il nuovo sistema di neuronavigazione. La struttura sembra molto più piccola rispetto a quella di via Candiani, ma è semplicemente più compatta. Qui c’è tutto. Siamo anche provvisti di piattaforma per l’atterraggio dell’elisoccorso. L’elicottero decollerà e atterrerà anche di notte».
A dicembre scadrà il suo mandato a Legnano, cosa si augura?
«Spero di rimanere qui, la sfida del nuovo ospedale mi affascina molto
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