Sedriano, 23 ottobre 2012 - Ha risposto a tutte le domande del gip. Senza incertezze, sicuro della propria innocenza. Durante l’interrogatorio di garanzia presieduto dal giudice delle indagini preliminari, Alessandro Santangelo, Alfredo Celeste avrebbe «smontato» parola per parola il capo di imputazione.
La Procura di Milano contesta al sindaco di Sedriano agli arresti domiciliari il reato di corruzione.
Promesse a «Costantino Eugenio e Scalambra Marco, che agivano da “corruttori” - si legge nell’ordinanza del gip - di atti contrari ai suoi doveri di ufficio asservendo sistematicamente le proprie funzioni pubbliche agli interessi privati dei “corruttori” come corrispettivo del sostegno elettorale e finanziario ricevuto da Costantino e Scalambra in occasione delle consultazioni elettorali del 2009, nelle quali venne eletto sindaco, e di quello futuro assicuratogli con riferimento alle prossime elezioni nazionali».
Con un’aggravante: secondo la procura milanese, Costantino e Scalambra, padre e marito di due consiglieri comunali di maggioranza (Teresa Costantino e Silvia Fagnani), agivano «per rafforzare e agevolare la forza e l’attività dell’associazione mafiosa Di Grillo-Mancuso».
Voti in cambio di promesse di lavori, appalti e corsie privilegiate è in sintesi l’accusa da cui Celeste si è difeso nell’interrogatorio.
«Il sindaco ha risposto a tutte le domande del gip», dichiara l’avvocato Giorgio Bonamassa. «Ha chiarito tanti aspetti». Dalla presunta raccomandazione di Costantino ai titolari del Bennet per ottenere «una corsia preferenziale» nell’apertura di un bar-gelateria alle promesse di un appalto per la manutenzione delle aree verdi del Comune e dell’assegnazione di parte dei lavori di ampliamento della piattaforma ecologica per la raccolta differenziata dei rifiuti.
Fino all’impegno che avrebbe assicurato a Scalambra di coinvolgere società e cooperative sotto il controllo del medico nelle ristrutturazioni previste dal piano integrato di villa Colombo. «Celeste ha smentito preferenze per Costantino nell’assegnazione del bar-gelateria del Bennet», rivela il legale del sindaco. «Il nome di Costantino era insieme a quelli di tanti altri. Per quanto riguarda gli altri atti contestati non esistono prove: non c’è nessun appalto per la gestione del verde. Le dichiarazioni di Costantino non hanno trovato conferme. Chi ha scritto il capo di imputazione non conosce le regole elettorali: come può esserci un accordo se la figlia di Costantino ha raccolto una trentina di preferenze per entrare in consiglio comunale? E non fu nemmeno Celeste a metterla nella sua lista».
L’interrogatorio si è concluso dopo un’ora e mezza. Il sindaco rimarrà agli arresti domiciliari perché la difesa non ha ancora presentato la richiesta di revoca della misura cautelare. «Depositerò l’istanza quando verrà notificata la consulenza tecnica disposta dalla Procura che dimostrerà la non veridicità delle dichiarazioni di Costantino», osserva l’avvocato Bonamassa.
di Luca Balzarotti
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