di Luca Balzarotti

Bareggio, 15 dicembre 2012 - Sarà un Natale senza Madonna e Gesù Bambino. L’istituto comprensivo Perlasca-Rodari ha scelto Babbo Natale e i folletti come protagonisti delle recite interpretate dai bambini che frequentano la scuola materna di via Gallina. Una decisione all’insegna dell’integrazione e del rispetto verso chi è ateo o professa religione diverse da quella cattolica. All’uscita dall’asilo, però, mamme e parenti hanno bocciato l’esclusione dei simboli della Natività.

«Natale è una festa cristiana», osserva Angelo Cremascoli. «Non offende nessuno portare in scena Gesù, la Madonna, i pastori o gli angeli. È sempre stato fatto e non credo che qualcuno si sia mai risentito. Ognuno è libero di credere o meno, ma eliminare i veri simboli del Natale non è una decisione che condivido». Veronica Gandolfi va oltre. «Non è giusto vietare Gesù Bambino per la presenza di altre culture: la nostra cultura è soprattutto cattolica e cristiana», spiega risentita. «Perché nasconderla? Non lo trovo corretto e rispettoso nei confronti della maggior parte delle famiglie che crede nel Natale cristiano». Il paragone è lo stesso nelle dichiarazioni di molti genitori. «Se noi abitassimo in Paesi di tradizioni religiose diverse rispetteremmo le culture di chi ci accoglie - sottolinea Marisa Venegoni -. Anche chi è ateo o professa una fede diversa da quella cattolica dovrebbe fare lo stesso in Italia».

«Il nostro Paese ha una maggioranza cristiana: ognuno sceglie se aderire a questa religione in totale libertà», precisa Francesca Scotese. «A Natale è giusto lasciare ai bambini la possibilità di fare una recita che ricordi la capanna dove è nato Gesù». L’ex sindaco, Monica Gibillini, commenta così la decisione dell’istituto comprensivo. «Il Natale è espressione di un’identità religiosa che ha fondato la civiltà: merita di entrare nelle scuole e di non essere strumentalizzato. Sono certa che la scuola per il futuro troverà il modo di far coesistere identità religiosa e integrazione, ad esempio facendo svolgere la recita con Gesù Bambino nell’ora di religione».

Sull’esclusione della Natività è intervenuto anche Umberto Maerna, vicepresidente della Provincia di Milano e assessore alla Cultura: «Considero questa scelta un grave errore, analogo a quanto successo nel 2011 a Cisliano quando a un sacerdote fu negato l’accesso in una scuola per la benedizione natalizia. Non è escludendo simboli e volti della tradizione cristiana ed europea che si fa vera integrazione. La conoscenza profonda dell’altro, del diverso da sé, comincia conoscendo noi stessi. Nascondere la nostra storia non ci aiuta ad aprirci alla culture e alle tradizioni degli altri popoli».