Santo Stefano Ticino (Milano), 17 settembre 2017 - "Ti voglio un mondo di bene mamma, tu e l’Elis ci siete sempre stati". Questo è l’ultimo struggente messaggio che, il primo di settembre, Monica Sala ha mandato a mamma Aurora. La ragazza, due giorni dopo quelle parole, è morta. Uccisa dalla malaria mentre si trovava nel posto più povero del mondo, la Sierra Leone. Perché Monica, fin da ragazzina aveva un sogno. Aiutare chi non aveva niente. Ed è quello che ha fatto. Il dolore della famiglia è straziante: nulla potrà ridare a mamma Aurora, al papà Giovanni e al fratello Samuele il sorriso della loro amatissima Monica.
Una ragazza magnifica. "La voglia di dedicarsi completamente al prossimo l’ha maturata fin dai 18 anni – dice il fratello Samuele –. Si è iscritta alla facoltà di Relazioni Internazionali per laurearsi nel mese di dicembre del 2008 cominciando a lavorare alla Casa Colombo, una casa di accoglienza a Milano". Monica alterna l’attività lavorativa a quella di volontaria all’ospedale Niguarda di Milano dove per 40 notti presta assistenza a quelli che erano stati soprannominati i "quattro angeli venuti dallo Zimbabwe", quattro bambini con gravissimi problemi. Ma tutto questo non le bastava.
Dopo la prima laurea si è iscritta a Scienze infermieristiche. La svolta della sua vita arriva poco dopo quando si reca nella Sierra Leone. "Lì conosce Cidybah, un infermiere del posto che le mostra come si vive in Sierra Leone e le mille problematiche che ci sono, aggiunge il fratello Samuele. Rientrata in Italia, grazie all’aiuto di mamma e papà, fonda una onlus, "Monica e il suo arcobaleno d’amore per l’Africa".
E completa il suo ciclo di studi laureandosi a marzo 2016 per cominciare a lavorare presso la casa di riposo Affori della Fondazione Mantovani creando la onlus "Arcobaleno Monica", che sostiene i bambini anche in Gambia e Nigeria. L’agognata proposta di lavoro per l’Africa arriva a luglio. Destinazione Mali dove lavora presso il dispensario "Donna Bambino". Ci sono però dei problemi e si trasferisce di nuovo nella Sierra Leone. Un viaggio massacrante che la distrugge. È forse in quel tragitto che contrae la malaria.
Monica tornerà in Italia venerdì 22. Il giorno dopo, sabato alle 14.30, i funerali nella parrocchiale di Santo Stefano. Il fratello Samuele, che ha un’attività da scrittore, dopo la cerimonia funebre leggerà uno scritto. "Porterò avanti la sua missione – conclude –. La testimonianza di Monica, animata da una grande fede, continuerà. Il suo amore per l’Africa era immenso. Oggi più che mai dietro il bambino africano sofferente c’è Gesù Cristo".