Legnano, 30 aprile 2013 - L'ospedale di Legnano le ha salvato la vita. Wei Ruihong, psicologa cinese di 33 anni, fino a sei mesi fa poteva dirsi spacciata, con i giorni contati. Oggi è tornata a sorridere dopo che un delicatissimo intervento chirurgico effettuato da un’équipe multispecialistica del Civile — il primo del genere in Europa — le ha restituito la speranza.

Affetta da una (non così rara) malattia genetica alle ossa, Wei aveva letteralmente la testa, a livello della nuca, che stava a poco a poco infossandosi dentro il collo. Un po’ come una casa che non è più sostenuta dalle sue fondamenta. Una patologia conosciuta dai medici come osteogenesi imperfecta, quella che ha colpito Wei. Detta anche “malattia delle ossa fragili”. Inesorabile al punto da determinare prima la paralisi progressiva e poi la morte. Entrambe determinate dallo schiacciamento della base del cranio sulla colonna cervicale. Con tutte le conseguenze del caso, a cominciare da quelle subite dal midollo.

Insomma, per Wei sembravano non esserci più vie d’uscita. I medici in Cina l’avevano dichiarata inoperabile. Ancora giovane, già affermata sul lavoro, dei genitori e una sorella al suo fianco. Senza però più chance. A determinare il colpo di reni del destino è tuttavia il contatto con la sede cinese dell’associazione “La nostra famiglia” di Bosisio Parini, in provincia di Lecco, che da cinquant’anni si occupa di riabilitazione e sostegno ai disabili, e con la quale collabora un medico dell’Ortopedia legnanese, il dottor Marco Teli.

«Quando siamo venuti a conoscenza del caso e abbiamo visto le immagini della ragazza ci siamo subito resi conto che la situazione era terribile», racconta Teli. Non c’è tempo da perdere. A Legnano è disponibile un team altamente specializzato che è in grado di affrontare un intervento che presenta rischi altissimi di insuccesso: si tratta di decomprimere le strutture neurologiche e ricostruire lo scheletro. Nel contempo, creare un “sostegno” con delle barre di titanio e un innesto osseo. La giovane donna viene presa in carico l’autunno scorso. Le procedure diplomatiche per ottenere il visto per arrivare in Italia rapidissime. Il sette marzo scorso la ragazza entra in sala operatoria: ci resterà otto ore. Attorno a lei ci sono una dozzina di medici, a cominciare dal primario di Neurochirurgia Davide Locatelli. Un giorno che farà la storia della sanità lombarda: c’è infatti un solo precedente di questo genere, ed è in Giappone.

«Perché tutto ciò è avvenuto a Legnano? Perché qui si è creata una struttura multidisciplinare che ha reso possibile un’operazione del genere», spiega Domenico Prestamburgo primario di Ortopedia. Oggi, a due mesi quasi di distanza, Wei ha recuperato l’uso delle braccia. E sorride felice. «Ringrazio i medici di Legnano, a loro devo tutto, sono rinata», dice emozionata.

di Ivan Albarelli

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