Cisliano (Milano), 14 maggio 2015 - I cavi della corrente strappati e abbandonati a terra; le tegole del tetto sollevato e disposte ordinatamente in pila, così che l’acqua piovana si infiltri negli intonaci; il cancello divelto con il suo bullone riavvitato al posto giusto. Chi non vuole che la Masseria diventi un segno della lotta contro le mafie sta facendo di tutto per sabotare l’ex ristorante confiscato alla ‘ndrangheta. Per questo, nella mattinata di ieri, è cominciato un presidio permanente organizzato dall’associazione «Libera», insieme alla Cooperativa Ies e all’amministrazione di Cisliano. Lo scopo dei volontari è quello di difendere l’edificio dagli sciacalli, in attesa che l’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati conceda la struttura di novemila metri quadri al Comune: «Non vogliamo stare a guardare», ha dichiarato con forza Davide Salluzzo, referente regionale di Libera. Per questo servono volontari. A dicembre dell’anno scorso, appena dopo la sentenza di terzo grado ai membri della famiglia Valle, sarebbe bastato pulire e riattaccare le utenze per trasformarlo in un luogo nuovo. A quasi sei mesi di distanza si contano già 500mila euro di danni.
di Francesco Pellegatta