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Iper di Magenta in sciopero: "Lavorare nella grande distribuzione vuole dire non vivere più"

Un centinaio di dipendenti di diversi supermercati del territorio hanno partecipato alla mobilitazione. Non eccessivi i disagi per la clientela

Lo sciopero a Magenta

Magenta (Milano), 7 novembre 2015 - Sciopero con presidio dei dipendenti dell'Iper Montebello di corso Italia. Oggi i lavoratori e le lavoratrici hanno manifestato "contro l'attacco a diritti e salario", come recita il volantino emesso da Filcams Ticino Olona, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. Un centinaio i lavoratori in presidio, provenienti non solo dall'Iper magentina ma anche da altri supermercati del territorio. Un'adesione pari a circa il 90% dei lavoratori secondo i sindacati, ma questo non ha impedito all'ipermercato e ai diversi punti vendita della zona di rimanere aperti. Insomma, protesta sì ma senza eccessivi disagi per la clientela. La mobilitazione, che ha coinvolto i lavoratori aderenti a Federdistribuzione, Distribuzione cooperativa e Confesercenti, si inserisce all'interno di un programma di scioperi e iniziative che ha coinvolto la grande distribuzione varie zone d'Italia. Secondo i sindacati, Federdistribuzione "non è disponibile ad erogare aumenti salariali n indennizzare il periodo di vuoto contrattuale e vuole arretrare rispatto gli scatti di aanzianità, permessi retribuiti, passaggi di livello, incidenza della tredicesima e della quattordicesima sul Tfr e orari di lavoro".

Distribuzione cooperativa, invece, secondo i sindacati vorrebbe "la riduzione del costo di ogni ora lavorata, delle maggiorazioni di straordinario, supplementare, notturno, festivo e domenicale, la riduzione del trattamento di malattia per assenze brevi e la revisione di livelli di inquadramento dei lavoratori". “Lavorare nella grande distribuzione oggi vuol dire non vivere più - affermano i rappresentanti dei lavoratori -. E’ diventato un settore dove occorre essere a disposizione sette giorni su sette  per 365 giorni l’anno. Non ci sono festività, non esistono più orari. Un lavoratore non ha più la possibilità di dedicare tempo ai propri figli, come è giusto, o alle proprie passioni”.

(ha collaborato Graziano Masperi)