Casalpusterlengo, 26 aprile 2011 - Cerimonie del 25 aprile con animi surriscaldati e polemiche al vetriolo in diverse città della Bassa. Contestazioni accesissime a Casalpusterlengo, durante il discorso tenuto dal sindaco leghista Flavio Parmesani davanti al monumento ai caduti, al centro dei condomini a ridosso della via Emilia, malumori a Codogno.
Tante scintille anche a Santo Stefano Lodigiano con la querelle della minoranza di centrosinistra, delusa per l’inconsistenza della lapide deposta dal Comune nel camposanto cittadino dedicata ai caduti della Resistenza, lapide che il 23 aprile si era vista strappare alcuni volantini affissi in paese con la scritta Liberi, democratici, antifascisti. Un gesto contro il quale protesta a voce alta il consigliere comunale Luigi Angelone, che ammette di aver esposto i volantini anche sui pali della luce, ma ricorda che in altri contesti nessuno mai in paese ha strappato gli avvisi di gruppi e associazioni pure esposti in spazi al di fuori di quelli destinati alle pubbliche affissioni.
A Casalpusterlengo le riflessioni del sindaco Flavio Parmesani hanno quasi sollevato un tumulto tra la folla che ha partecipato alle cerimonie nell’anniversario della Liberazione. La contestazione è diventata particolarmente fragorosa quando il primo cittadino - durante il suo discorso - ha affermato che «I partigiani hanno stuprato tante donne».
«Sono stati in molti a sentirsi offesi da quelle parole e anch’io sono tra quelli — dice il consigliere provinciale Gianfranco Concordati —. Flavio Parmesani ha volutamente tenuto un discorso provocatorio». E aggiunge: «Il nostro sindaco già a Zorlesco, durante le cerimonie del 25 Aprile, aveva fatto un discorso molto contestato». Tuttavia, «questa volta però ha davvero esagerato, dimenticando o fingendo di dimenticare la storia. La nostra città — ricorda Concordati —, ha dato un notevole contributo alla Resistenza. Abbiamo avuto oltre 100 partigiani su una popolazione che negli anni della Seconda Guerra Mondiale superava di poco i 6 mila abitanti». In conclusione, Concordati afferma che «personalmente avrei preferito che il sindaco avesse affidato ad altri collaboratori l’incarico di celebrare questa ricorrenza».
Le atmosfere di fermento sono aleggiate anche sui festeggiamenti a Codogno. Durante il corteo non sono state gradite le voci che intonavano Bella Ciao e subito dopo la commemorazione nel camposanto cittadino, l’assessore Mario Grazioli si è allontanato dal gruppo delle autorità mostrando pubblicamente la propria insofferenza. A Grazioli non sono piaciute le omissioni della presidente dell’Anpi, Viviana Stroher, che nel ricordare alcuni protagonisti della Resistenza e della lotta di liberazione a Codogno non ha citato personalità esemplari come il compianto sindaco Ermanno Santelli e il compianto sacerdote don Nunzio Grossi.
«Abbiamo cantato Bella ciao — ha detto il consigliere Pierattilio Tronconi — perché quest’anno il Comune non ha trovato le risorse economiche per far accompagnare il corteo da una banda». Inoltre, Tronconi afferma: «Ci ha anche sorpreso la partecipazione del sindaco Emanuele Dossena che fino all’ultimo sembrava non voler intervenire alla cerimonia delegando il suo vice Carlo Pizzamiglio».
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