Casalpusterlengo, 25 ottobre 2011 - «Si sta per profilare una grande vittoria. Secondo le notizie in nostro possesso, l’azienda israeliana Elcon avrebbe finalmente desistito dal voler portare a termine il suo progetto». Con queste parole, messe nero su bianco all’interno di un comunicato stampa congiunto diffuso ieri sera alle 18 il presidente della Provincia Pietro Foroni e il sindaco di Casalpusterlengo Flavio Parmesani, viene squarciato il velo di silenzio che, sul caso del progetto dell’impianto di rifiuti liquidi targato Elcon, durava ormai da circa un mese, da quando cioè saltò la prima seduta della conferenza di servizi.
Silenzio che era stato comunque rotto dalla mobilitazione del comitato Csalerespira che, dallo scorso mese di marzo, ha messo in piedi assemblee, sit in, cortei, raccolte firme. Poi una frenata che sembra però avere solo il gusto della scaramanzia. «Si tratta di un’ammissione che per ora è solo verbale. Ma ci attendiamo che il progetto venga ufficialmente e definitivamente ritirato da Elcon entro pochi giorni». «Una conferma che, seppur verbale, è arrivata sia da Unilever che da Elcon — concorda il sindaco di Casale Flavio Parmesani —. Sarebbe infatti, venuta meno la disponibilità dell’area su cui doveva sorgere l’impianto. Ciò significa che il progetto dell’impianto presentato da “Elcon Italy Srl” non potrebbe più essere realizzato in città. Per questo motivo, ci siamo affrettati a richiedere immediatamente a Regione Lombardia in via ufficiale l’archiviazione della “pratica Elcon”.
«Ci aspettiamo — interviene Foroni — che Elcon ritiri immediatamente le pratiche e invitiamo Unilever a fornire quanto prima una conferma ufficiale e definitiva della avvenuta rescissione del contratto tra le parti». Dunque le istituzioni hanno incassato una rassicurazione che, vista la presa di posizione ufficiale, suona però ormai come una vittoria. Il pre accordo che la Elcon aveva sottoscritto con la multinazionale chimica per ottenere un terreno dunque non vale più: ieri sia da parte della Elcon che dalla Lever è stato fatto sapere che le bocche rimangono cucite, ma a questo punto l’accordo trovato sulla rescissione del contratto si è basata sulla restituzione della caparra da parte della Lever.
Nessuna ufficialità sulla cifra, ma da quanto raccolto nelle settimane scorse indiscrezioni parlavano di circa centomila euro. Occorre ricordare che l’impianto per il trattamento di rifiuti, prevalentemente allo stato liquido e prevalentemente facenti parte del gruppo farmaceutico, provenienti esclusivamente da aziende site in Lombardia, ha, secondo il progetto, una capacità massima di circa 500 tonnellate al giorno per una potenzialità annuale di 175mila tonnellate annue. Le distanze dal centro abitato varia da 128 metri a 550.
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