
Cani da guardia
Moscazzano, 16 marzo 2016 - Furti e cani. Da quelli addormentati a quelli che aiutano le forze dell’ordine, in una passerella che li vede protagonisti. Furti, come sempre, anche se non si dà pubblicità a questi misfatti. In questi giorni si è saputo che certamente due cascine e un appartamento sono stati saccheggiati. Le due cascine sono vicine anche se una è in territorio di Moscazzano e l’altra sta a metà tra questo paese e il confinante Ripalta Cremasca. Cose che succedono in campagna.
Nella prima, che si chiama San Donato, i malviventi hanno controllato gli spostamenti dei padroni di casa e, al momento giusto, approfittando di una breve attesa, sono entrati, hanno buttato all’aria cassetti e armadi e se ne sono andati con soldi e gioielli per un totale di circa 3.000 euro. Più complesso il colpo nella cascina che sta in mezzo ai due paesi, La Ca’ (la casa). Qui i malviventi per entrare hanno scassinato la serratura della porta. Ma prima di arrivare lì se la sono vista con i cani della cascina, solitamente poco inclini verso chi non conoscono. E qui sta il mistero, perché i cani non hanno reagito, permettendo ai ladri di fare il loro mestiere e di andarsene, indisturbati, con un bottino di 7.000 euro.
Anche in questo caso i cani sono stati messi fuori gioco, probabilmente con un gas che li intontisce, cosa già notata più volte. Entrambi i colpi sono stati portati a termine a fine pomeriggio, ancora alla luce del giorno. Il cane che invece non si è fatto intontire sta a Pandino, dove la scorsa settimana un pensionato è stato vittima dei banditi. Anche lui era fuori casa e quando è rientrato, verso le 19, ha trovato la porta aperta e l’appartamento buttato all’aria. Nella casa non vi era molto da rubare, ma i ladri hanno trovato qualche piccolo gioiello, ricordi dell’uomo, che hanno portato via. Il valore è più affettivo che monetario. Del fatto sono stati subito informati i carabinieri che hanno perlustrato la zona riuscendo a rintracciare un’auto con alcuni stranieri a bordo, uno dei quali pregiudicato. L’auto e le persone sono state perquisite senza trovare nulla. Ma a un certo punto il cane della villetta nei pressi della quale era stata fermata l’auto si è avvicinato al muretto di cinta porgendo ai carabinieri un lungo cacciavite. La padrona di casa, interpellata, ha detto che l’arnese non era suo. Facile pensare che fosse di malintenzionati, ma non è stato possibile collegare il cacciavite agli stranieri fermati, che hanno dovuto essere lasciati liberi.