REDAZIONE LODI

Truffa alla Ue, Vellani: "Era frutta per i poveri e io lo sapevo"

Secugnago, l’intermediario tra grossisti del Mercato ortofrutticolo di Milano parla col gip della truffa alla Ue per vendere sul mercato gli alimenti destinati ai bisognosi: l'affare aveva fruttato 4 milioni in quattro mesi di CARLO D'ELIA

Da sinistra il tenente colonnello Alessio Carparelli e il capitano Salvatore Pignatelli (Newpress)

Secugnago (Lodi), 8 febbraio 2016 - Ha scelto di rispondere a tutte le domande del gip Alessadra Del Corvo, l’intermediario tra grossisti del Mercato ortofrutticolo di Milano, Alessadro Vellani, finito agli arresti domiciliari. Alla presenza del suo legale di fiducia Ciro Paparo, Vellani, agli arresti domiciliari nel suo appartamento di Castiraga Vidardo da martedì scorso, ha ammesso di aver cercato di vendere la merce che in realtà sarebbe dovuta finire nelle mense per i poveri. Ha riconosciuto di aver avuto un rapporto di collaborazione con Cristinziano Grazzani, presidente della onlus «Sei per secu», finito in carcere a Cremona, accusato di essere la mente di una truffa ben studiata perpetrata ai danni dell’Unione Europea, ma soprattutto dei bisognosi.

Bastava togliere il bollino, alterare le bolle di accompagnamento e le fatture a tonnellate di frutta e verdura in realtà destinata alle mense dei bisognosi. Poi andare ai mercati ortofrutticoli e vendere la merce a prezzi stracciati. Anche Vellani è accusato, insieme al presidente Grazzani e altre 10 persone, di associazione a delinquere dedita alla truffa ai danni della Comunità Europea, peculato, falso e illecita vendita ricettazione e riciclaggio di prodotti ortofrutticoli destinati alla distribuzione gratuita nel settore socio assistenziale.

Secondo la Procura di Lodi, la onlus «Sei per secu» dirottava enormi quantità di frutta e verdura destinata ai bisognosi e la rivendeva sul mercati italiano ed estero attraverso una fitta rete di intermediari e grossisti compiacenti. Più di 13mila tonnellate solo negli ultimi quattro mesi per un guadagno totale di 4 milioni di euro. "Il mio assistito è molto tranquillo e disponibile a collaborare con i magistrati – spiega l’avvocato Ciro Paparo –. Durante l’interrogatorio di garanzia ha ammesso di essere a conoscenza che quella merce non poteva essere venduta sul mercato. All’interno dell’associazione a delinquere, Vellani, non ricopriva nessun ruolo. Questo fatto emerge anche dalle intercettazioni. Per questo ho chiesto che al mio assistito venga revocata la misura cautelare dei domiciliari. Da parte sua c’è la massima disponibilità a rispondere a tutte le domande del pm".

Con Vellani si è conclusa la fase degli interrogatori di garanzia. Tutti gli indagati sono stati ascoltati dal giudice per le indagini preliminari. Adesso toccherà al pm Sara Mantovani chiedere il rinvio a giudizio per le persone coinvolte nella vicenda. A far scattare le indagini, lo scorso giugno, è stato un normale controllo di routine in un magazzino di ortofrutta di San Colombano da parte dei carabinieri dei Nas di Milano. In manette sono finiti anche i collaboratori della onlus di Grazzani, Biagio Piscopo, originario del Napoletano, da qualche anno a Lodi, e Massimo Rivieccio, residente nel Milanese e il grossista di San Colombano Ambrogio Cesari. Agli arresti i rappresentanti delle imprese che commercializzavano gli stock e diversi operatori dei mercati rionali di Latina e Verona.