Carugate, 22 gennaio 2011 - Se i cinquecento milioni per il metrò non ci sono, è inutile gettare dalla finestra i sei necessari per la progettazione del prolungamento da Cologno a Vimercate. Non fa una piega il pronunciamento della Corte dei Conti che ieri in un colpo solo ha cancellato i sogni di mobilità (sostenibile) della Martesana, delle aziende della zona - alcuni tra i colossi più importanti dello scenario economico europeo e mondiale -, e le aspettative di migliaia di cittadini. stanchi di fare flanella tutti i giorni in auto. Fermi in coda ore per percorrere una manciata di chilometri, da casa a Milano, avanti e indietro.

Doccia fredda per i Comuni, sul piede di guerra da mesi. Il primo attacco di nervi era arrivato con l’attribuzione delle cifre da pagare per vedere finalmente posati i dodici chilometri di rotaie in superficie che avrebbero dovuto collegare l’hinterland alla Brianza. Cinque le stazioni previste, - Brugherio, Carugate, Agrate, Concorezzo e Vimercate, - libererebbero definitivamente l’area dai serpentoni d’auto che ogni giorno avvelenano la vita degli automobilisti.

«La viabilità della Martesana è da riscrivere senza scucire soldi dalle tasche di cittadini e da quelle delle imprese della zona. Se non ci prendessero in giro, avremmo già sistemato tutto da un pezzo», dicevano gli amministratori prima di vedere dissolversi all’orizzonte il treno leggero. Poco dopo è arrivata la mazzata: il conto «pro capite», per ciascuna amministrazione, dai 4 ai 9 milioni da scucire come contributo. «Pura follia», per Vittorio Perego, coordinatore dei sindaci dell’area sull’Accordo di Programma Tem. Di cui il metrò era, o dovrebbe essere, contropartita (idem a Paullo). Quando quattro anni fa i Comuni si piegarono ai desiderata della Regione, decisa a riscrivere il sistema infrastrutturale lombardo in vista di Expo, misero nero su bianco la condizione per acconsentire ad «ospitare» la nuova tangenziale di Milano: quel tram moderno, più di un desiderio. «E ora salta tutto».

Comprensibile la stizza. L’ultima beffa della Corte dei Conti che «giustamente impedisce una spesa inutile», precisano gli amministratori, è rimbalzata ieri pomertiggio di municipio in municipio. Immediate, e a pioggia le reazioni. C’è chi parla della necessità di una protesta eclatante, chi di un summit urgentissimo. Certo non è più tempo di tergiversare. E tra chi vagheggia il blocco dei cantieri della nuova autostrada e chi alza le mani al cielo convinto di essere ormai cornuto e mazziato, arriva il conto per il territorio: «Pesantissimo», dice Perego.

Salta così lo schema messo a punto dall’assessore regionale alle infrastrutture Raffaele Cattaneo, che aveva mandato avanti la «pratica» della progettazione (il metrò è in fase preliminare) per guadagnare tempo e adesso si ritrova con un doppio impasse sulla scrivania: niente soldi nelle casse statali per la strada ferrata, e men che mai per mettere sulla carta righe inutili, costosissime, destinate a rimanere lettera morta.