Segrate, 17 novembre 2011 - Un simbolo del passato minaccia il futuro della viabilità speciale. Sul tracciato dove è prevista la costruzione della bretella di collegamento tra Lambrate e Pioltello infatti, spunta un reperto in muratura datato 1721 e di proprietà del conte Antonio Simonetta, marito di Teresa Castelbarco, che fu ciambellano e consigliere di Stato con vasti possedimenti nel milanese, a Imbersago e a Vaprio d’Adda.
Si tratta di un complesso di chiuse e canalizzazioni in pietra posto nell’area Est di Segrate, al confine con Pioltello, lungo il proseguimento della via don Sturzo, proprio a pochi passi dall’impresa di pavimentazioni Lucchini Artoni. Ditta che, quella bretella, l’avrebbe sfruttata senza esitazioni per il suo traffico pesante di tir e ruspe.
Un’area posta dunque subito sotto la tutela del Ministero, con il conseguente stop ai lavori per un’opera che pare davvero essere nata sotto le peggiori stelle, visti i notevoli problemi legati alla sua realizzazione anche a causa dell’innalzamento di una falda acquifera.
La notizia, originata da una segnalazione dei cittadini, arriva nientepopodimeno che dalla Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio di Milano, ed è indirizzata al sindaco di Segrate Adriano Alessandrini. «Valutata l’antichità dei manufatti e la pregevole fattura degli stessi - si legge nella lettera firmata dal soprintendente Alberto Artioli - i reperti sono da considerare sotto tutela (de jure) fino all’effettuazione della verifica dell’interesse culturale», di cui si dovrà occupare il Ministero tramite la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia.
Non solo: «Fino a quando non sia stata effettuata tale verifica - prosegue lo scritto - le cose sono precauzionalmente sottoposte alla disposizione di tutela prevista dal decreto legge 42 del 2004».Scontate quindi le conseguenze di tale decisione: «Le opere di qualunque genere previste su questo terreno dovranno essere preventivamente autorizzate» secondo la cosiddetta «tutela monumentale».
Sembra dunque non esserci pace per quest’opera che lo stesso sindaco Alessandrini ha più volte definito fondamentale per la viabilità cittadina e soprattutto in ottica del prossimo arrivo della Brebemi.
Dal Comune, per il momento, nessun commento mentre i residenti esultano: «Così tuteliamo il paesaggio e un pezzo della nostra storia»
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