di Gabriele Gabbini

Vimodrone, 19 agosto 2013 - Agosto infuocato in casa Golgi-Redaelli, l’istituto con sede a Vimodrone e Milano, un’istituzione quando si parla di assistenza agli anziani in tutta la Lombardia. E tra sindacati e vertici aziendali ora è in atto una vera e propria «guerra degli striscioni». Oggi però, stando a sindacati e lavoratori, quella stessa eccellenza è messa a forte rischio dalle sperimentazioni della dirigenza vimodronese, pronta a ridurre da due a uno solo gli operatori sanitari in servizio notturno.

Di conseguenza, per tutta risposta, i lavoratori hanno scioperato con un corteo di protesta a Milano, dando voce alla loro rabbia anche su diversi striscioni appesi sulla struttura di Gorgonzola. Qui, arriva l’ultimo «sgarbo» operato dalla direttrice dell’istituto di Vimodrone: «Hanno rimosso, danneggiandoli per altro, i nostri striscioni di denuncia — le parole di Pietro Cusimano, sindacalista Usb —. Un atteggiamento che ritengo molto poco democratico, per usare un eufemismo».

Per non parlare di quanto fatto nella sede di Milano: «Lì hanno imposto il divieto di vestirsi con bermuda o minigonne — continua, furioso, il sindacalista —. Mentre si discute sul futuro dei dipendenti, oltre che di una struttura che da quasi due secoli accoglie gli anziani, «i direttori degli istituti geriatrici di Milano e Vimodrone sembrano interessarsi a questioni ben piu’ effimere e grottesche — la nuova denuncia di Cusimano —. Siamo decisamente preoccupati da questi atteggiamenti che riteniamo fortemente lesivi delle libertà individuali e che hanno il sapore di una crociata moralizzatrice fuori dal tempo e decisamente fuori luogo e inopportuna. Ecco perché — ancora il sindacalista Usb — riteniamo indegno il comportamento messo in atto dai vertici delle due strutture, e decisamente non congruo con la posizione di pubblico dirigente che occupano.

Una situazione paradossale, che davvero non è andata giù a sindacati e lavoratori, già pronti a dar battaglia per i propri diritti; «L’Unione sindacale di base sta valutando quali iniziative attuare a tutela dei lavoratori e dell’immagine dell’azienda — precisa Cusimano —. Nel frattempo ci auguriamo che il Presidente Rodolfo Masto e il Direttore Generale Francesco Fascia sappiano far fronte alla situazione, assumendo opportuni provvedimenti atti al ripristino delle condizione minime di buon senso e democrazia all’interno dell’istituto».
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