Monica Autunno
Archivio

Cassina, falda inquinata: si scava ancora

Sversamento-Maxcom, indagini e polemiche. Il sindaco: "Nessun danno"

Lo stabilimento della Maxcom Petroli

Lo stabilimento della Maxcom Petroli

Cassina de' Pecchi (Milano), 25 settembre 2015 - Un misterioso sversamento in inverno, un’inchiesta della Procura notificata in estate, un’operazione di bonifica che parte da una obbligatoria e rigorosa campagna di verifiche dello stato del sottosuolo. Esplode a Cassina il caso-sversamento alla Maxcom Petroli di Sant’Agata, si trema ancora per l’acqua, ma il sindaco relaziona e assicura: "Nessun pericolo per la salute pubblica". Era luglio quando l’amministrazione comunale è stata informata dalla Procura dell’indagine aperta per un ipotetico sversamento d’idrocarburi verificatosi fra gennaio e febbraio da uno dei maxi serbatoi di gasolio della Maxcom, storica realtà di stoccaggio idrocarburi e prodotti petroliferi che da molti decenni si trova in zona Cascina Moro a Sant’Agata, la frazione cassinese. Indagine aperta per incidente potenzialmente pericoloso e per "un evento – così l’atto – che ha determinato un rischio concreto di contaminazione". Immediatamente la delega agli enti pubblici per l’avvio iter di una bonifica.

L’azienda ha presentato una prima stesura di piano di caratterizzazione sostenendo che nessun idrocarburo è stato sversato ma solo acqua, e chiedendo l’archiviazione del procedimento. Ma la macchina dei controlli, e l’inchiesta, non si fermano. La conferenza di servizi tenutasi in Comune pochi giorni fa alla presenza di tutti gli organismi tecnici competenti ha stabilito il modus operandi e prescritto una campagna di indagini piezometriche che fughino ogni dubbio su una contaminazione in prossimità della falda, che nella zona teatro dell’evento si trova a 8-10 metri nel sottosuolo. A vicenda ancora in itinere, ma ormai nota, richieste di rassicurazione piovono sull’amministrazione. E anche qualche polemica sulla tardiva informativa ai capigruppo consiliari, arrivata solo in settembre. "In luglio – dice il sindaco Massimo Mandelli – fummo invitati dalla Procura a mantenere il massimo del riserbo, e a tale indicazione ci siamo attenuti. Ma non per questo siamo stati con le mani in mano. La mia prima preoccupazione è stata quella di verificare con il gestore della nostra rete idrica una eventuale contaminazione in atto. Disponevamo di rilievi fatti solo a giugno, ne abbiamo commissionati altri, e hanno dato tutti esito rassicurante. Ora si procede, sotto il monitoraggio continuo di Arpa, che sovrintende passo dopo passo ai controlli". Circa 67mila metri quadrati l’area occupata da Maxcom a Cassina. Uno solo, su otto, il serbatoio "fallato" (il TK25), immediatamente posto fuori uso. Per l’azienda nessuna sostanza inquinante è stata sversata, solo 480 litri di acqua.