Cernusco sul Naviglio (Milano), 25 novembre 2016 - Azioni legali contro Convergys. La Regione reagisce ai “licenziamenti mascherati” dei 221 operatori telefonici del call center di Cernusco trasferiti di imperio a Cagliari da qui ai prossimi mesi. Ieri, il caso è sbarcato in Commissione attività produttive del Pirellone, trasformata in un ring, al tappeto la multinazionale americana che si è presentata all’appuntamento confermando il trasloco. "Una decisione rrevocabile", hanno spiegato i dirigenti. Durissima la replica che ha cancellato le differenze fra partiti, l’intero consiglio rappresentato si è scagliato contro la scelta, strappando l’applauso dei lavoratori in bilico. Sotto, per dare più forza all’audizione, il grosso degli addetti in sciopero con striscioni e bandiere. In un clima da forche caudine si è fatta strada l’ipotesi black list, Convergys potrebbe finire nella lista nera di fornitori sgraditi per eventuali appalti pubblici. Un segnale forte, più che una strada percorribile effettivamente, visto che il colosso del servizio clienti con 130mila dipendenti nel mondo ha committenti privati: Samsung, Hp, Philips e Otis, i marchi per i quali i telefonisti del Naviglio sono da sempre al lavoro. "Un’azienda del genere non può offrire come unica alternativa al licenziamento la sede sarda - ha detto Marco Tizzoni, consigliere del gruppo Maroni Presidente -. La proposta di trasferimento, fatta ad un operatore con un reddito di mille euro al mese, nella maggior parte dei casi si trasforma in un’uscita volontaria".
E non si tratta di una vicenda isolata: "Purtroppo sempre più marchi adottano questa pratica, ovvero licenziamenti camuffati da trasferimenti. Come membro della IV Commissione, oltre ad accogliere l’invito del presidente Pietro Foroni di procedere alla stesura di una risoluzione che sarà portata in Consiglio regionale, chiedo alla Giunta di incontrare con urgenza il ministro Carlo Calenda (Sviluppo economico), per bloccare la «procedura»". La vicenda sta finendo per scoperchiare una pratica che si diffonde a macchia d’olio e che ha in sé un’altra pesante conseguenza: l’impossibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali, senza crisi dichiarata. Tizzoni avvisa: "Presenterò un emendamento per impedire che le aziende che decidono di chiudere le loro sedi in Lombardia e impongono ai dipendenti l’aut aut di fare le valigie o di finire in mezzo alla strada, possano usufruire di incentivi fiscali statali". Il tutto mentre la proprietà ha cominciato a spedire le lettere di trasloco ai 221. A qualcuno nei giorni scorsi è stato chiesto anche di fare un primo viaggetto a Cagliari per un training in vista della nuova destinazione. Nessuno ha accettato, ovviamente. "La nostra età e le nostre condizioni di vita ci impediscono di avere quella flessibilità che porta un’esistenza da un’altra parte dall’oggi al domani".