Gessate (Milano), 21 aprile 2016 - Querelle sport, dopo la bufera gli incontri, il primo l’altra sera, fra avvocati, e alla presenza del Comune: «Decisi a trovare una mediazione e un accordo – dice il sindaco – ma rimanga fermo un punto. Facciamo tutto ciò che è necessario. Ma non può essere il Comune, e dunque la collettività, ad accollarsi economicamente un passaggio di categoria di una squadra. Non sarebbe giusto». Primo incontro in Municipio dunque, l’altra sera, fra i legali dell’Ac Gessate, il gestore degli impianti sportivi e l’amministrazione comunale.
Il primo dopo l’infuocata manifestazione di due settimane fa, che ha portato duecento fra atleti giovani e in erba, genitori, allenatori e sportivi a «invadere» l’aula consiliare. Motivo, i moltiplicati costi di affitto degli impianti, e lo spettro della serrata in particolare per la società calcistica e per il fiore all’occhiello della prima squadra. Intesa ancora lontana, ma clima meno torrido e, soprattutto, conti sul tavolo. «Diciamo che si stanno mettendo sul tavolo le questioni – insiste Giulio Sancini – nella speranza, ma io ne sono sicuro, di arrivare a una soluzione che soddisfi tutti. Troppo si è detto a sproposito in questa vicenda. Si sta lavorando. E, lo ripeto, non c’è nessuna, ripeto nessuna volontà di far chiudere nessuno, mettere in ginocchio società, affossare squadre: lo sport è il nostro orgoglio, l’Ac Gessate è una presenza storica». I conti, però, non sono semplici. Centomila euro la richiesta in soldoni alla società per l’affitto dei campi, annessi e connessi. Nelle cifre il sindaco non entra.
«Ribadisco solo – ripete – che le strutture hanno bisogno di essere tenute e fatte oggetto di manutenzioni, che costano. Abbiamo fatto più noi in questo anno che gli altri prima. Ma ci sono altri aspetti, nel fare i conti – e qui il sindaco si fa ‘tranchant’ –. Mantenere e valorizzare gli impianti sportivi è prioritario. Non è prioritario entrare nel merito delle problematiche economiche di una società, che ha le sue vicissitudini, passaggi di categoria, sponsor, e via dicendo. Non sono questioni che io possa, o voglia, accollare alla cittadinanza. Vi sono altre priorità. E credo che molti cittadini siano d’accordo con me».