Vaprio d'Adda (Milano), 23 ottobre 2015 - Risentimento e gratitudine, voglia di normalità e paura. E poi ancora disorientamento e dolore. Rabbia e commozione. Un misto di sentimenti contraddittori assale il volto e condiziona le parole di Francesco Sicignano. Non trova pace da quella notte in cui l’incontro con una banda di ladri, nella sua villetta rosa di Vaprio, è finito con un morto di 22 anni steso lungo le scale, ucciso da un proiettile partito dalla sua Beretta calibro 38, regolarmente denunciata e sistematicamente appoggiata al comodino della camera da letto per paura dei continui furti degli ultimi mesi. Sicignano, di ritorno dall’interrogatorio in Procura, la prima volta inveisce contro i giornalisti e chiude rapido il cancello davanti a taccuini e telecamere. Poi, con più calma, quando l’assedio sembra calmarsi, risponde a qualche domanda. Eppure, mentre il discorso cade sulla politica, che ha fatto di Vaprio il proprio campo di battaglia, l’ex venditore di strumenti musicali non regge e sbotta, chiamando i politici, quelli «di Roma», degli «idioti».
Ci racconta come è andata?
«No, su quello che è successo non posso dire nulla. Ho parlato con il magistrato. C’è l’indagine».
A cosa pensa in questi momenti. Qual è ora la sua sensazione dopo la tragedia di cui è stato protagonista?
«Dispiacere, un grande dolore. Il mio primo pensiero, naturalmente va al ragazzo di 22 anni che è morto, e anche ai suoi genitori».
E poi?
«Il secondo pensiero va ai carabinieri (e qui l’ex commerciante si commuove e sul suo volto spunta una lacrima, ndr). Con me sono stati davvero umani, mi hanno aiutato moltissimo in questo momento di grande difficoltà».
Eppure la indagano per omicidio volontario...
«Siamo veramente provati, ora vogliamo tornare alla normalità».
Eppure, quello che è accaduto in casa sua...
Qui Sicignano, risentito, spara a zero, senza vie di mezzo: «La vera colpa ce l’ha quel branco di idioti che sta a Roma».
I politici...
«Ci sono politici e politici. Alcuni sono idioti. Altri, no».
E cosa dovrebbero fare per non essere idioti?
«Basterebbe approvare una legge sulla legittima difesa e dare 25 anni di carcere a chi ruba. Ruberebbero ancora, certo. Ma qualcuno smetterebbe di farlo per un bel po’ di tempo».
E ora lei e la sua famiglia cosa farete?
«Non lo so. Di certo, abbiamo tutti paura. Io, mia moglie, i miei figli e mia nuora. Stiamo molto male. Ho anche dovuto portare mia moglie dal medico»
Di più Sicignano non dice e si trincera in casa. Parlerà col giudice, ancora, e con i carabinieri. E la politica, sullo sfondo della rampa di scale della villetta rosa su cui il ladro è finito ammazzato, continua a combattere la sua guerra.